La camorra a Napoli, patto tra i Carillo e i Masiello

NAPOLI – Pensare che la camorra sia un sistema frammentato è sbagliato. La malavita napoletana è, sì, divisa per quartieri, rioni e spesso anche vicoli, ma è anche un maxi insieme di alleanze, intrecci, patti. Intese che vengono sancite oggi e che possono saltare domani, ma che possono anche interessare nemici storici. Lo hanno dimostrato anche i due cartelli rivali, l’Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella, che seppur avversari hanno più volte convissuto (e continuano a farlo) in maniera tranquilla. Senza scontrarsi. Senza sparare. D’altronde, la camorra è un’industria fuorilegge che fattura milioni di euro al mese.
Così accade che un quartiere come Pianura, che a guardarlo dall’alto sembra un distaccamento dell’area flegrea, una città fuori dalla città, risulti essere tra i crocevia principali delle alleanze tra cosche. Dall’ultima ordinanza che ha colpito la mala dei vicoli, il clan Saltalamacchia-Esposito-Masiello dei Quartieri Spagnoli, emergono i ‘viaggi’ compiuti dai boss del centro con destinazione Pianura per i rifornimenti di sostanze stupefacenti.

In particolare, Vincenzo Masiello, come si legge nel provvedimento, era solito recarsi a Pianura, in casa dei Pesce-Marfella, per comprare droga da portare ai Quartieri Spagnoli, dove sarebbe stata poi spacciata. Pesce-Marfella che hanno lasciato l’eredità criminale nelle mani del clan Carillo-Perfetto di via Evangelista Torricelli, oggi in lotta con gli Esposito-Calone-Marsicano di via Napoli per la gestione proprio dello spaccio e il monopolio sulle estorsioni alle attività legali e non. E non è azzardato, dunque, ipotizzare nuovi accordi tra la camorra dei Quartieri, sempre bisognosa di droga vista l’affluenza h24 di clienti nelle piazze da milioni di euro all’anno, e i Carillo-Perfetto.
Non solo, perché dall’ordinanza si apprende che in cambio, il capoclan Masiello detto cucù, ha ottenuto dalla mala di Pianura uomini e presumibilmente armi per le dimostrazioni di forza nella sua zona e contro i suoi rivali.

Lo stesso avrebbero fatto i ras del rione Sanità e del Cavone, in una sorta di lungo filone che ha spaccato in due il capoluogo. A proposito di alleanze, gli stessi Ricci, storici alleati dei Saltalamacchia, vantano parentele con personaggi di spicco dell’ex clan Sarno di Ponticelli. E poi ci sono i legami di Vincenzo Masiello con il clan Di Lauro di Secondigliano, quelli di Saltalamacchia con i Contini dell’Alleanza, e gli interessi paralleli del cartello a tre teste dei Quartieri Spagnoli con il clan Mazzarella, nemici giurati dei secondiglianesi. Insomma: se è vero che l’Alleanza e il clan del rione Luzzatti si contendono ormai da anni la città, è anche vero che le cosche fanno parte di un unico grande e milionario affare e che quando le cifre si gonfiano di zeri, la voglia di profitti supera la sete di vendetta per omicidi non replicati e conti in sospeso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome