La camorra a Napoli, perizia psichiatrica per Marco Di Lauro

Marco Di Lauro

NAPOLI – Nuova perizia psichiatrica per il boss Marco Di Lauro. Dopo la lettera-appello di un altro recluso, Domenico Belforte, è stato aperto un procedimento davanti al tribunale di Sorveglianza di Sassari: nominato un perito e udienza fissata a fine settembre. In caso di dichiarazione di incapacità di intendere e di volere, i processi al boss dei Di Lauro potrebbero essere sospesi, in attesa che riprenda le proprie capacità. Non è poco. Ma ci sono diversi problemi da affrontare: il perito ha già fatto sapere di avere difficoltà nel parlare e incontrare Di Lauro, che rifiuta ogni contatto. E’ il primo ostacolo da superare. Non solo. Anche l’avvocato che lo difende, Gennaro Pecoraro, ha un percorso tortuoso davanti: difficile pianificare una strategia difensiva. La questione è tecnica: per ogni procedura occorre una nomina, ma il 44enne non nomina mai nessuno. E il legale non può fare interventi e richieste. Bisogna trovare degli stratagemmi legali di volta in volta.
Ora è tutto nelle mani del giudice della sorveglianza, che ha ricevuto la lettera da Domenico Belforte di Marcianise. Il giudice valuterà se Di Lauro sia in grado di intendere e di volere e quindi di stare in giudizio. Torniamo alla lettera di Domenico Belforte.
Belforte indirizza la missiva al tribunale di Sorveglianza di Sassari, competente per il carcere dove è detenuto il figlio di Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo ’o milionario: “Non sta bene psicologicamente, non mangia ed è diventato uno scheletro”. Per Belforte, Di Lauro – anche lui recluso al carcere di massima sicurezza di Sassari – sarebbe un soggetto a rischio. “Ho cercato di farlo ragionare, ho cercato di fargli da mangiare e, preciso, l’ho fatto senza nessun interesse dal momento che ho conosciuto Marco Di Lauro solo in questo istituto”. Quindi Belforte mette in guardia tutti: “Questo ragazzo si sta spegnendo lentamente e se non intervenite sarà l’ennesimo suicidio in carcere”.

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