NAPOLI – Nonostante il clan De Micco sia l’organizzazione criminale più potente, a Ponticelli c’è chi intende scalfire la sua leadership. Si tratta della cosca dei D’Amico. Tra i due gruppi malavitosi la tregua si è spezzata. E’ successo quando il 4 maggio 2023, giorno dei festeggiamenti per il terzo scudetto del Napoli dopo 33 anni di attesa, esponenti dei Bodo decisero di togliere la vita a Vincenzo Costanzo, elemento di spicco dei D’Amico. Secondo le informazioni in possesso degli investigatori, pare che Vincenzo Costanzo contestasse apertamente la leadership dei De Micco. Un’onta pagata col sangue e con la rottura del patto di non belligeranza siglato tra i Bodo e i D’Amico. Da allora la tensione tra le cosche è continuata a salire. C’è chi intende approfittare della tensione che si continua a respirare tra le palazzine di edilizia popolare di Ponticelli, quartiere della periferia Est di Napoli. Infatti, secondo quanto risulta agli investigatori, sembrerebbe che i reduci dei De Luca Bossa – clan di Ponticelli caduto in disgrazia dopo l’uccisione del reggente, il 20enne Alessio Bossis, avvenuta il 24 ottobre 2022 nel parcheggio di un centro commerciale di Volla, e gli arresti dei capi e dei gregari anche dei sodali, vale a dire i Minichini, i Casella, i Reale e i Rinaldi – stanno tentando di avvicinare i D’Amico per stringere un’alleanza contro i De Micco. L’idea dei superstiti dell’organizzazione criminale del Lotto Zero è appoggiarsi ai D’Amico, così da togliere porzioni di territorio dal controllo dei Bodo in attesa che scarcerazioni eccellenti possano favorire la risalita del clan. Il progetto, però, non è di facile attuazione, anche perché i De Micco hanno a disposizioni uomini e risorse economiche a sufficienza per respingere l’assalto dei nemici e per tenere a galla il clan De Martino, la cosca che rappresenta i vecchi alleati dei Bodo. Anche con gli XX spalle al muro dopo la cattura del boss Francesco De Martino, della moglie e dei figli, i De Micco hanno già dimostrato di poter mantenere il controllo di Ponticelli, incutendo terrore nei confronti di chi intende intralciare la loro strada. In quest’ottica vanno considerate le stese segnalate al rione Conocal, roccaforte dei D’Amico. Quando i Bodo si sono sentiti minacciati, hanno contrattaccato, spedendo messaggi minatori ai nemici con il rischio di far scoppiare un’altra faida.