ROMA – Bocciato il referendum su legge elettorale. Per la Corte costituzionale è “inammissibile” perché “eccessivamente manipolativo”.
Il referendum
Il quesito referendario era stato voluto da otto consigli regionali, quelli di Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria, tutti guidati dal centro-destra. Mirava all’abrogazione delle norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi e a trasformare il sistema in un maggioritario puro.
L’aiutino
Insomma la Consulta dà l’aiutino al governo: è chiaro che “con il taglio alle poltrone e l’introduzione dei collegi uninominali la conquista di un seggio sarebbe diventata molto più complessa”.
I commenti
Matteo Salvini (Lega): “È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica. Noi non ci arrendiamo, anzi rilanciamo e chiederemo agli italiani le firme per eleggere direttamente il Capo dello Stato”.
Luigi Di Maio (M5S): “Seguiamo la strada del proporzionale affinché tutti i cittadini italiani siano effettivamente rappresentati in Parlamento”. Nicola Zingaretti (Pd): “Un altro bluff di Salvini è caduto. Ora avanti per cambiare davvero l’Italia”. Federico D’Incà (Ministro grillino dei Rapporti con il Parlamento): ”Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale noi continuiamo ad andare avanti per superare il Rosatellum e dare al Paese una legge elettorale proporzionale con soglia alta che garantisca un sistema politico più coeso, Camere più rappresentative e governi più stabili”.