NAPOLI – La sintesi della giornata di ieri si riassume con l’invocazione di un Mattarella bis da parte di parlamentari di diversa provenienza politica, ma i leader dei partiti, da Matteo Salvini a Enrico Letta passando per Giuseppe Conte, come confermato dal numero uno del Carroccio e da quello grillino, lavorano ad un nome nuovo, diverso, il nome di una donna. Questo riporta in auge l’ipotesi, già circolata nei giorni scorsi, di Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Ma i giochi, fino alla tarda serata di ieri, erano ancora aperti. Ed è sulla base di questo che diversi deputati e senatori hanno insistito sulla necessità di pesarsi e contarsi per un Mattarella bis, ammesso che l’attuale capo dello Stato cambi idea sull’indisponibilità ad un secondo mandato. Tra questi il senatore del gruppo misto Gregorio De Falco. “Abbiamo il Parlamento in seduta comune sequestrato dai tatticismi – ha sintetizzato così la giornata di ieri – Si fronteggiano due minoranze, due debolezze le quali non riusciranno ad arrivare ad un risultato perché il presidente della Repubblica non può essere di una parte o dell’altra, è necessario che ciascun parlamentare e delegato, anche in autonomia e in difformità dalle tattiche che vengono indicate dai capi partito, offrano al presidente uscente un largo plebiscito. Condizione essenziale per chiedere a Mattarella di accettare un nuovo mandato per spirito di servizio in quanto invocato pressoché da tutto il Parlamento. Per questo – ha concluso De Falco – chiediamo al presidente di mettere da parte la sua personale indisponibilità e continuare a servire il Paese nella funzione di garanzia che ha svolto in maniera ineccepibile. L’unico modo per uscire dall’impasse ed evitare la crisi di governo è questa”.
Sulla stessa linea Vincenzo Presutto che siede a palazzo Madama tra le fila del Movimento 5 Stelle. “La giornata è partita con la bocciatura della Casellati – ha ricordato – che è stata silurata, addirittura con l’astensione del centrosinistra e Italia Viva, non ha avuto il quorum neanche nel centrodestra. Una bocciatura forte, al centrodestra è andata male. Per la seconda votazione il centrosinistra ha dato indicazione di scheda bianca, ma penso che sia l’indicazione del presidente Mattarella a prevalere. Se il risultato di Mattarella andrà a crescere rispetto ai 166 voti di giovedì è chiaro che l’indicazione autonoma dei parlamentari dovrà essere presa in considerazione”.
In effetti l’elezione del presidente della Repubblica è la prima occasione in cui parte dei parlamentari ha rispolverato le prerogative di un deputato e di un senatore, ‘disobbedendo’, anche se in maniera delicata, alle indicazioni dei leader di partito. Ma questo è stato prima che i big di Lega e M5S, quasi in contemporanea. annunciassero di essere vicini ad un accordo sul nome di una donna. I due partiti di maggioranza relativa, sembrano essere vicini ad un punto di caduta. Esclusa dalla trattativa la leader di Fdi Giorgia Meloni che però resta l’unica, insieme a Matteo Renzi, ad avere il controllo sulla pattuglia dei propri parlamentari che l’unità partitica la rivendicano. “Fdi è l’unico partito compatto – ha sottolineato il senatore delegato d’aula Antonio Iannone – i cui voti garantiscono la parola della leader Meloni. Non credo che in Italia esista anche un solo cittadino che non ritenga che il capo dello Stato debba essere eletto direttamente dai cittadini. Anche questo Fdi lo sostiene, inascoltata, da tempo”. E’ da vedere se la Meloni sosterrà la candidata gialloverde e giallorossa.