Rousseau va bene, ma non sempre. Troppa democrazia diretta, per i grillini, fa male: va presa a piccole dosi, in determinate circostanze. L’effetto indesiderato è che rimanga qualcosa sullo stomaco. Così, ad esempio, serve quando bisogna salvare dal processo l’alleato Matteo Salvini. Ma se c’è da assumere un militante non qualificatissimo nella segreteria del Mit, allora il Movimento agisce in autonomia, con buona pace delle consultazioni. E allora dare la parola alla piattaforma ‘elitaria’ è superfluo.
Danilo Toninelli, in piena indipendenza, ha inserito nella segreteria del suo dicastero un ex barista e amico. A dare la notizia è stato Pasquale Napolitano (clicca qui per leggere l’articolo): dalle colonne de Il Giornale ha spiegato i dettagli dell’operazione che ha portato a Roma Massimo Casiraghi, 34enne, nuovo miracolato del grillismo. Contratto da tre anni durante i quali sarà impegnato a fare da filtro al ministro e a studiare i dossier.
Le cifre che potenzialmente incasserà il 34enne, ha spiegato Napolitano, non sono note: per farsi un’idea, però, ci si può rifare agli stipendi che ottengono i collaboratori degli altri componenti del governo. “La somma – scrive il giornalista – oscilla tra i 25mila e i 45mila euro l’anno”. Ma potrebbe lavorare anche gratis.
Le esperienze curricolari di Casiraghi, tuttavia, non sembrano eccessivamente in linea con l’impegno che dovrà affrontare nella Capitale. Il 34enne, ha raccontato Napolitano, non ha mai ricoperto finora incarichi presso i vertici della pubblica amministrazione. Ha fatto il capo barista in una caffetteria londinese, per poi specializzarsi in grafica e comunicazione.
Si è candidato a sindaco a Lodi, senza alcuna consultazione: non arrivò neppure al ballottaggio. Ed anche in quel caso la democrazia diretta è andata a farsi benedire. Venne calato dall’alto, fortemente voluto dal gotha del Movimento (che ormai somiglia a tutti gli altri partiti) e da Toninelli.
Dal bancone di un bar ad una scrivania del ministero dei Trasporti. Se fosse gratis, magari lo sarà (si attendono chiarimenti da Toninelli o dallo stesso Casiraghi), sarebbe accettabile. Forse non condivisibile, ma accettabile. Se non lo fosse, se dovesse venir pagato con soldi pubblici, allora crollerebbe l’ennesimo pezzo del castello a 5 Stelle.
L’esecutivo penta-leghista ha difeso la sua decisione di tagliare i fondi all’editoria sostenendo che i soldi pubblici non devono essere spesi per l’informazione: i finanziamenti dello Stato destinati ai piccoli editori che danno voce alle province, per i grillini ora sono ‘un male da debellare’. E lo stanno sconfiggendo mettendo in strada centinaia di giornalisti, imbavagliando le voci fuori dal coro. Se non vanno bene per i giornali, i soldi pubblici, però, a quanto pare, vanno bene per dare incarichi (qualora Casiraghi non dovesse lavorare gratis) ad amici ed ex baristi.
La maggior parte dei principi e delle promesse annunciate dal Movimento prima di diventare forza di Governo rischiano di trasformarsi carta straccia, anzi peggio: parole al vento.
L’esecutivo pentaleghista ha fat
Il merito, l’essere qualificati per svolgere un determinato compito, l’uno vale uno: che fine hanno fatto?
A dire che i grillini hanno toppato (stanno toppando), a ratificare che prendono quotidianamente scelte sbagliate, sono i sondaggi, le recenti elezioni (in Umbria e in Sardegna) e le frizioni all’interno dello stesso esecutivo. E’ il risultato della democrazia diretta… ad intermittenza, accesa solo quando conviene.