NAPOLI – I clan non allentano la morsa sulle aziende e le associazioni provano a rilanciare la lotta alla criminalità organizzata. Avviata ieri mattina la campagna di adesione alla nuova Convenzione Antiracket, promossa dalle associazioni ‘Sos Impresa Rete per la Legalità APS’ e ‘Pianura per la Legalità in memoria di Gigi e Paolo APS’. L’iniziativa mira a rafforzare la rete di resistenza contro il racket ancora presente in diverse aree della città, favorendo una più diffusa cultura della denuncia. La campagna è iniziata ieri nei quartieri di Pianura, dove nel 2002 è nata la prima associazione antiracket della Campania, e di Ponticelli, sede di un importante presidio antiracket di Sos Impresa. Si proseguirà poi in tutti gli altri quartieri di Napoli e le città delle province di Napoli e Caserta per poi giungere all’intero territorio della regio
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“C’è un segnale positivo, aumenta la ribellione al fenomeno estorsivo, che purtroppo è una costante – spiega al telefono luigi Cuomo, presidente dell’associazione antiracket SoS Impresa – sempre più esercenti denunciano il ‘pizzo’ e le nostre campagne servono a far capire che ribellarsi funziona”.
Quali le zone più colpite?
“C’è un aumento delle denunce di estorsione nel centro storico, nell’area nord, anche Casoria, Casavatore Arzano, molto a Frattamaggiore e Grumo Nevano e nell’area flegrea”.
Perché aumentano le estorsioni nel centro storico, nonostante tante inchieste abbiano azzerato i clan più potenti?
“Non servono i boss. Oggi a fare le estorsioni sono ragazzini, che spesso vanno in cerca di soldi per acquistare armi e per crescere nella criminalità. Il ‘pizzo’ è visto come un bancomat. Ma mentre prima si subiva in silenzio, adesso è più forte la reazione. E abbiamo più denunce. Nel centro storico soprattutto. Qui ci sono tante piccole attività e ci sono queste bande criminali giovanili molto pericolose. A luglio e ad agosto c’è stata una impennata di segnalazioni. Gruppi emergenti che tentano di accreditarsi e sgomitano”.
Quali sono le attività nel mirino?
“Le vittime preferite sono quelle edili, perché c’è la presunzione che lì ci siano più soldi e disponibilità a pagare. Seguono la ristorazione e il turismo”.