La donna che mette in collegamento i capi in prigione con gli affiliati liberi del clan Bidognetti

Ad introdurre la giovane nel sistema sarebbero stati gli Stabile alleati della cosca casalese

Emanuele Libero Schiavone e Gianluca Bidognetti

La capacità di tenere connessa la parte del clan che si trova in carcere con quella libera: è uno degli elementi essenziali su cui si basa la forza di un’organizzazione mafiosa. Superare le barriere che lo Stato alza per continuare a garantire la fluidità criminale tra gli affiliati. Spesso, per consentire questo passaggio di informazioni, intervengono i telefonini che circolano clandestinamente nelle prigioni. E quando i cellulari non bastano o non sono utilizzabili, diventa centrale la persona, cioè chi fisicamente si preoccupa di mantenere il collegamento tra la prigione e l’esterno. Individuare il soggetto che si presta a tale mansione è importantissimo per tracciare le operazioni della cosca e combatterla. E nel caso di quella dei Bidognetti, militarmente, ora, la più forte del clan dei Casalesi (grazie anche alle sue alleanze con i gruppi napoletani), a fare da staffetta ci sarebbe una donna. A quanto pare, si tratta di una ragazza non della provincia di Caserta, che sarebbe stata introdotta nel mondo della cosca, che inneggia all’ergastolano Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e Mezzanotte, dal gruppo Stabile, frangia partenopea attiva nella zona di Chiaiano.

Se questa compagine è vicina ai Bidognetti, è soprattutto per motivi familiari: alcuni congiunti di Anna Carrino, ex consorte del boss Cicciotto ‘e Mezzanotte e madre di chi, secondo la Dda, ora ha in mano le redini della cosca, cioè Gianluca Nanà Bidognetti, recluso al 41 bis nel carcere di Spoleto, hanno legami proprio con gli Stabile. La donna che farebbe da intermediaria è una figura importante per l’organizzazione perché, come detto, permette di tenere in piedi la catena di comando nell’organizzazione. Ed è fondamentale soprattutto in un periodo come quello che sta vivendo adesso il clan dei Casalesi, con all’orizzonte un possibile scontro tra alcune delle sue principali cosche: ci riferiamo alla guerriglia che già è abbondantemente emersa proprio tra i Bidognetti e ciò che resta del gruppo Schiavone, animato da Emanuele Libero Schiavone.

Se ora c’è calma, è perché i carabinieri sono riusciti tempestivamente a neutralizzare alcuni dei protagonisti di questa potenziale faida, con indagini lampo sfociate in misure cautelari. Ma al loro ritorno sul territorio c’è il rischio che lo scontro lasci il posto a una nuova faida. E in quel caso, i mafiosi dovranno prendere decisioni importanti. E chi farà da tramite tra carcere e mondo libero sarà una figura cruciale.

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