La droga del gruppo Picca-De Santis smerciata da Casal di Principe a Capua

Avrebbe rifornito Omar Schiavone e i fratelli Mandesi

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CASAL DI PRINCIPE – Non solo il commercio di droga a Teverola e dintorni: il gruppo guidato da Salvatore De Santis, detto ‘o buttafuori, e benedetto dal boss Aldo Picca, avrebbe fornito stupefacenti anche ad altre basi di spaccio nella provincia di Caserta.
Questa ricostruzione, fatta dai carabinieri e oggetto dell’ordinanza cautelare che ha coinvolto lo scorso settembre 42 persone, è stata recentemente confermata da Francesco De Chiara, tra gli arrestati nel blitz di sette mesi fa.

De Chiara ha iniziato a collaborare con la giustizia a marzo e al pm Simona Belluccio ha raccontato come Omar Schiavone, di Casal di Principe, fratello di Nicola ‘o russ, imprenditore legato al clan dei Casalesi, si rivolgesse al gruppo di De Santis per acquistare droga da rivendere nel suo territorio.

Schiavone avrebbe comprato quantitativi che oscillavano tra i 50 e i 100 grammi a settimana: pagava immediatamente, ha chiarito il pentito, al momento della consegna, a cui in alcune circostanze egli stesso avrebbe assistito.

L’organizzazione avrebbe superato anche i confini dell’Agro aversano, arrivando a intessere rapporti con soggetti di Capua. A riferirlo è stato sempre De Chiara, che ha raccontato di aver consegnato ai fratelli Fabio e Davide Mandesi – figli della compagna di Claudio Monaco ‘o cavuott, noto pusher caleno – hashish e cocaina su indicazione di Michele Vinciguerra.

La presunta compagine criminale, specializzata nello smercio di droga, secondo quanto riferito da De Chiara, prese vita nel 2018 con la scarcerazione di Salvatore De Santis. Quest’ultimo, tornato in libertà, decise di coinvolgerlo, insieme al già citato Vinciguerra, Raffaele Santoro, Antonio Zaccariello nell’organizzazione di un sistema di spaccio.

Picca, Vinciguerra e De Chiara rischiano il processo con l’accusa di associazione mafiosa. I tre rispondono, insieme a Zaccariello e Santoro, anche dell’accusa di aver fatto parte del gruppo specializzato nello spaccio di droga che avrebbe rifornito Schiavone e i Mandesi.
Anche Schiavone venne arrestato nell’ambito dell’indagine della Dda sul gruppo Picca, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di droga, ma fu scarcerato poco dopo.

I fratelli Mandesi, tirati in ballo da De Chiara, sono stati coinvolti in un’altra inchiesta dei carabinieri, finalizzata a contrastare il traffico di droga a Capua, che ha già determinato nei loro confronti una condanna in Appello insieme a Monaco.

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