“Non sono gli occhi a vedere, ma noi a vedere attraverso gli occhi”: una delle frasi storiche, attribuite al filosofo Platone, racchiude perfettamente la realtà che sta vivendo la Santa Maria Capua Vetere quest’anno. L’allegoria del famoso “Mito della Caverna”, da cui è tratta la frase, ne è l’emblema: “Un gruppo di persone incatenate all’interno di una grotta crede che quella sia l’unica realtà possibile. Quando riescono a vedere cosa c’è fuori, provano dolore agli occhi per via del sole. Preferiscono tornare a vivere nell’oscurità, perché è più confortevole ed è ciò a cui sono abituati. Ma quando vi fanno rientro, la loro percezione del mondo è cambiata“. E qui il filosofo invita a chiedere il motivo di tale incatenamento: “Ci fa paura quello che potremmo scoprire se ci liberassimo dalle nostre catene?”
Allo stesso modo, la piazza nerazzurra, spesso, resta incatenata ai ricordi del passato glorioso e preferisce la comfort zone dei volti noti, anziché dare del tempo a chi è più giovane, non ha mai calcato la piazza sammaritana, né da calciatore né da allenatore, ed è alla sua prima grande esperienza in panchina (dopo la salvezza positiva con il Quarto Afrograd). Tanto è stato lo scetticismo a luglio per la scelta di affidare la panchina a Vincenzo Platone, che vanta un cognome imponente per la sua rilevanza in ambito filosofico, storico e culturale. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla sua sopravvivenza ed invece, con la filosofia (ancora lei) di gioco improntata sul possesso palla, impostazione dal basso e high pressing (aggressione ad alto rischio in fase di non possesso), sta convincendo tanti dei suoi vecchi detrattori. Fondamentale in tal senso è stata la squadra che ha lottato per la sua permanenza, quando il suo nome era a rischio, e la società che lo ha confermato quando i tifosi ne chiedevano la testa.
Il 4-3-3 dinamico del quarantenne trainer napoletano ha mandato in frantumi la Real Normanna (4-0), ha messo in difficoltà la capolista Afragolese (salvata da un super Puca nell’1-1) ed ha permesso di ottenere una striscia positiva che è salita a quota 6 risultati utili. Fatta eccezione per la sconfitta nel finale contro il Real Forio sull’isola d’Ischia, il Gladiator ha una sua fisionomia di gioco e spesso non concretizza la mole creata nell’arco dei novanta minuti. Tredici i punti in classifica ma di certo se ne conta qualcuno in meno, con un reparto avanzato che nelle prime giornate ha segnato meno di quanto avrebbe dovuto. Molto è migliorato con l’approdo del principe Eddy Mansour che ha impreziosito la rosa con classe e fantasia, aggiungendosi ad Arario e Bacio Terracino.
L’attacco è stato sempre il ruolo più contestato da addetti ai lavori e tifosi ma va detto che Luca Orlando, al di là del gol da cineteca che ha regalato contro l’Afragolese (tanto da finire in mondovisione a Striscia La Notizia su Canale 5), effettua tanto lavoro sporco e si sacrifica per la squadra, da vero attaccante di movimento così come richiede il suo allenatore. Di certo non è lui da mettere in discussione, bensì un eventuale nuovo attaccante deve dare maggiori soluzioni a Platone ed affiancare l’ex attaccante della Casertana.
Ed infine chi pensa che la vittoria di Frattamaggiore abbia meno valore poiché la Frattese è nei bassifondi, si sbaglia di grosso. Malgrado siano partiti male e sono in una fase di cambiamento, i nerostellati sono osso duro, soprattutto in casa, e presto sarà difficile espugnare lo “Ianniello”. Il blitz è stato l’ennesimo esame superato per il prospetto Platone che, dopo aver battuto l’Afragolese, ha pareggiato in big match contro Afragolese, Portici ed Albanova.
E’ pur anche vero che i tifosi pretendono l’immediato ritorno in Serie D, dopo la cocente retrocessione nell’anno del Centenario, ma dall’altra parte l’allenatore e la squadra hanno il diritto di svolgere al meglio il proprio campionato, senza l’assillo di mettere la pezza su una retrocessione di cui non sono colpevoli. Al momento il Gladiator lotta, cresce, convince ed ha l’opportunità di insidiare le posizioni di vertice. Diceva Platone: “L’uomo saggio vorrà sempre stare con qualcuno migliore di lui“. Ed il Gladiator non ha mai demeritato con le squadre più competitive di esso.