La firma dei Carillo sulla stesa di Pianura, avvertimento al cugino del capo dei Marsicano

645
Antonio Carillo ed Emanuele Gaetano

NAPOLI – Nel cuore della periferia occidentale di Napoli torna a risuonare il rumore delle armi da fuoco. A Pianura, quartiere da tempo segnato da tensioni criminali, si è verificato un nuovo episodio di violenza che riaccende i riflettori su una zona già più volte al centro della cronaca. I colpi sono stati esplosi martedì sera in via Jose Maria Escriva’, strada nota per precedenti “stese” e considerata uno dei punti più sensibili sotto il profilo della sicurezza pubblica. I carabinieri sono intervenuti dopo alcune segnalazioni partite dai residenti, allarmati dai rumori secchi e ripetuti dei colpi d’arma da fuoco. A terra sono stati rinvenuti cin- que bossoli, di due calibri di- versi: 7.65 e 22. Un dettaglio
che lascia presumere l’azione coordinata di almeno due persone.

Nessun ferito, ma l’intento appare chiaramente intimidatorio. Un gesto che si inserisce nel linguaggio violento con cui la criminalità marca il territorio e invia messaggi. L’episodio è avvenuto nei pressi dell’abitazione di Emanuele Gaetano, 29enne, attualmente ai domiciliari. Il giovane è cugino di Antonio Gaetano, noto come “Biscotto”, ritenuto baby boss del clan Marsicano, assassinato in un aggua- to a Mergellina nel marzo del 2023 e deceduto dopo giorni di agonia in ospedale. Emanuele
Gaetano, pur non risultando affiliato a clan camorristici, era già finito agli onori della cronaca nel 2023 con un arresto per detenzione di droga e armi.

In quell’occasione fu sorpreso a monitorare le immagini di tredici telecamere di sorveglianza installate nella stessa via Escriva’, segno di un controllo capillare del territorio. Le indagini dei carabinieri si concentrano sulla pista della stesa, un’azione dimostrativa che sembrerebbe ricollegarsi a un precedente episodio raccontato in un’intercettazione ambientale da un esponente del clan Marsicano, che aveva ammesso di aver sparato in passato contro l’abitazione di Gaetano come forma di ritorsione per un presunto rifiuto di consegnare denaro. L’ipotesi è che il raid possa essere una dimostrazione di forza da parte del gruppo Carillo, altro nome rilevante nel panorama criminale dell’area.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome