La ginnasta Laura Vernizzi: la grinta di un argento alle Olimpiadi di Atene

CASERTA Oggi abbiamo l’onore di intervistare Laura Vernizzi, una figura di spicco nel mondo della ginnastica ritmica. Con la sua straordinaria carriera, coronata dalla medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene 2004, Laura ha ispirato generazioni di giovani atlete con il suo talento, la sua dedizione e il suo spirito indomito. La sua storia è un esempio di determinazione, sacrificio e passione per lo sport, elementi che l’hanno accompagnata sin dai suoi primi passi nel mondo della ginnastica ritmica.
Laura non è solo una campionessa, ma anche un modello di perseveranza e resilienza. La sua capacità di superare gli ostacoli e di raggiungere traguardi straordinari testimonia il suo impegno incessante e la sua voglia di eccellere. Durante la sua carriera, ha affrontato sfide immense, sia fisiche che mentali, dimostrando una forza interiore che continua a ispirare chiunque la incontri.

In questa intervista, ci racconterà del suo percorso, delle sfide affrontate e delle prospettive future, offrendoci uno sguardo privilegiato nel mondo della ginnastica ritmica e oltre. Laura ci parlerà dei momenti chiave della sua carriera, della transizione dalla competizione individuale a quella di squadra e delle tecniche che ritiene più efficaci nella ginnastica ritmica. Inoltre, condividerà con noi la sua visione sull’evoluzione dello sport negli ultimi anni e i suoi consigli per le giovani ginnaste che aspirano a competere a livello internazionale.
Prepariamoci ad un viaggio affascinante attraverso le esperienze di una delle atlete più talentuose e apprezzate del nostro tempo. Laura Vernizzi ci aprirà le porte del suo mondo, offrendoci preziosi insegnamenti e ispirazione per affrontare le sfide quotidiane con la stessa determinazione che l’ha portata ai vertici della ginnastica ritmica mondiale.

Puoi raccontarci come è iniziata la tua carriera nella ginnastica ritmica e quali sono stati i momenti chiave che ti hanno portata a entrare nella nazionale italiana?

Ho iniziato la mia carriera all’età di 6 anni. Tutto è cominciato per caso: mia madre non voleva che passassi le giornate “sul divano” e così, quando vide un volantino della Società Ginnastica Comense 1872 nella mia scuola elementare, decise di portarmi a provare. Mi presero subito e mi misero in agonistica. Da lì, ho iniziato con tre allenamenti a settimana, poi quattro, cinque, fino ad arrivare a sei allenamenti settimanali. Dai 9 anni facevo parte del gruppo delle ginnaste più forti della Lombardia e a 13 anni sono stata selezionata per la nazionale giovanile, dopo aver conquistato la medaglia d’argento ai campionati nazionali individuali Gold.

Nel 2003 hai fatto una transizione importante dalla competizione individuale a quella di squadra. Quali sono state le principali sfide e differenze che hai riscontrato in questo cambiamento?

La transizione è stata molto impegnativa. Il lavoro di squadra è diverso sotto molti aspetti: coordinazione, sincronismo, tempi di recupero, durata degli esercizi. Essere in cinque in pedana anziché una sola fa una grande differenza; dovevamo essere sincronizzate praticamente 24 ore su 24, sia dentro che fuori dalla palestra. Non avevo più solo me stessa da gestire, ma anche le mie compagne.

Quale è stata la tua routine di allenamento in preparazione per le Olimpiadi di Atene 2004? Ci sono stati particolari aspetti tecnici su cui ti sei concentrata maggiormente?

La preparazione è stata molto intensa. Sono entrata in squadra a ottobre 2003 e a marzo 2004 ero già ad Atene per la pre-olimpica, dove abbiamo conquistato un bronzo. Ci allenavamo 8-9 ore al giorno, con un’attenzione costante alla perfezione e all’esecuzione impeccabile. Mi sono concentrata maggiormente sull’essere “un tutt’uno con le mie compagne”, sia dentro che fuori dalla palestra.

Come descriveresti l’esperienza di competere alle Olimpiadi e vincere una medaglia d’argento? Quali emozioni hai provato e come ha influenzato la tua carriera successivamente?

Le Olimpiadi hanno rappresentato la realizzazione di un sogno che avevo dai 6 anni. Non posso spiegare a parole cosa si prova a raggiungere qualcosa che credo il 99% delle persone sogna. Sul podio rivedevo la me piccola, sognatrice, che diceva: “Ce l’hai fatta. Non è un sogno, ce l’hai fatta!”. La mia carriera è stata influenzata positivamente; essere allenata da un’olimpionica è incredibile, ma comporta anche aspettative nei miei confronti.

Quali sono le tecniche o le strategie che ritiene più efficaci nella ginnastica ritmica? Hai sviluppato o adottato particolari metodologie durante la tua carriera?

Mi sono sempre aggiornata, ho studiato e continuo a studiare il codice dei punteggi, essendo anche giudice internazionale. Ho preso i migliori aspetti delle allenatrici che ho avuto e delle attuali allenatrici. Ho creato un mio stile di lavoro nel riscaldamento e nello studio delle difficoltà corporee. Nella tecnica degli attrezzi spiego un passo alla volta come arrivare a compiere elementi sempre più difficili.

Durante la tua permanenza di questi giorni con la Polisportiva Bellona , su quali aspetti tecnici e di performance ti concentrerai maggiormente nella valutazione delle atlete?

Mi concentrerò sugli aspetti sopra elencati e lavorerò fianco a fianco con le tecniche responsabili della società. Amo lavorare in gruppo per raggiungere gli obiettivi preposti.

Come vedi l’evoluzione della ginnastica ritmica negli ultimi anni? Ci sono cambiamenti tecnici o stilistici che ritieni particolarmente significativi?

La ginnastica di oggi è molto diversa da quella di ieri, ha avuto un’evoluzione incredibile sotto molti punti di vista. E’ necessario avere una mente aperta per imparare cose nuove e aggiornarsi costantemente. Ogni ginnasta ha il suo modo di apprendere, e noi allenatrici dobbiamo trovare vie diverse per permettere a tutte le atlete di raggiungere i loro obiettivi.

Quali consigli darebbe alle giovani ginnaste che aspirano a competere a livello internazionale?

Consiglio di fidarsi della loro allenatrice e di godersi il viaggio da ginnasta, amando ogni aspetto, vittorie e sconfitte. Bisogna essere consapevoli dei sacrifici necessari e dell’impegno costante. Lo sport è una scuola di vita, e anche perdere non è un male, anzi. Inoltre, devono esprimersi sempre al massimo, senza vergogna, perché si è ginnaste una sola volta nella vita.

Quanto ritiene sia importante il ruolo della psicologia nello sport della ginnastica ritmica? Hai adottato particolari tecniche di preparazione mentale durante la tua carriera?

La psicologia nello sport è fondamentale. La ginnastica ritmica si pratica in un periodo complicato, durante l’adolescenza, e la figura di uno psicologo è molto importante.

Quali sono i tuoi progetti futuri nel campo della ginnastica ritmica? Intendi continuare a lavorare come allenatrice o in altri ruoli all’interno del mondo sportivo?

Il mio prossimo progetto è la laurea in fisioterapia per diventare un’allenatrice completa e una brava giudice.

Cosa ne pensi della Polisportiva Bellona?

Collaborare con la Polisportiva Bellona è come sentirsi a casa. Anna è una persona meravigliosa che mette anima e cuore in ogni cosa, e con me è stupenda. Lo stesso vale per le allenatrici della polisportiva e le atlete. Tutte hanno fame di imparare e migliorarsi, e questo non si trova ovunque. Ogni volta che vengo qui mi sento felice e soddisfatta.

In questa tua permanenza in Campania cosa pensi di visitare e perché?

Durante la mia permanenza in Campania vorrei visitare le bellezze locali, immergermi nella cultura e nelle tradizioni del luogo. Ogni volta che vengo qui, mi sento arricchita dalla storia e dalla bellezza della regione.

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