La guerra a Ponticelli dopo la decisione dei boss Sarno di pentirsi

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Giuseppe e Vincenzo Sarno

NAPOLI – La faida tra il gruppo Schisa-Minichini e i Sarno è cominciata dopo la decisione dei boss dei Sarno di collaborare con la giustizia. Gli Schisa-Minichini hanno la roccaforte al rione De Gasperi, un tempo quartier generale dei Sarno. In quel periodo erano nel ‘cartello’ dei De
Luca Bossa-Aprea-Casella, alleati dei Reale-Rinaldi di San Giovanni a Teduccio. I Sarno hanno ‘dettato legge’ nelle palazzine dalla fine degli anni ’80, fino a quando i capi hanno deciso di passare con lo Stato. Tutto è cambiato al rione De Gasperi dopo la decisione di pentirsi dei fratelli Luciano, Vincenzo e Giuseppe Sarno. Da quel momento il cartello Schisa. Minichini aveva cominciato a nutrire un forte risentimento per i Sarno. Da qui in avanti una violenta contrapposizione farà tremare le palazzine popolari, raccontata nell’ordinanza cautelare da diversi collaboratori di giustizia. Di più.

Secondo alcuni pentiti, per uccidere Mario Volpicelli e Giovanni Sarno sarebbe stata usata la stessa pistola. Uno dei principali collaboratori è Tommaso Schisa, ex affiliato ai Minichini-Schisa. Anche Antonio Rivieccio ha fornito agli inquirenti spunti importanti per ricostruire i fatti. Pure la madre di Tommaso Schisa ha spiegato agli investigatori come siano andate le cose: “Giovanni Sarno è un fratello dei boss dei Sarno – ha spiegato Luisa De Stefano – per questo omicidio non ho chiesto il permesso ai Rinaldi, perché si trattava di un delitto da fare nel mio quartiere. Fu ucciso nel suo letto e la porta di casa era aperta. Abitava in un basso. Visto che dopo un giorno la
polizia non arrivava, furono avvertiti i familiari della vittima”.

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