La Juve si schianta contro l’Ajax, addio alla Champions

I bianconeri vedono sfumare ancora una volta il vero obiettivo della stagione. Non basta CR7 per rincorrere il sogno europeo

Foto LaPresse - Fabio Ferrari

TORINO – Niente da fare, non è servito nemmeno Ronaldo. Che, tra parentesi, ha di nuovo segnato. La Juventus è fuori dalla Champions League, eliminata giustamente, nettamente dal favoloso Ajax di Erik Ten Hag che si giocherà la semifinale contro la vincente tra City e Tottenham. Quello bianconero è stato uno schianto più di quanto non racconti il risultato finale, un 2-1 troppo avaro per gli olandesi. Che avrebbero potuto segnare almeno un paio di reti in più. Che hanno dato spettacolo allo stato puro.

I campioni d’Italia fuori dalla Champions

Ora viene da pensare che i campioni d’Italia, per colmare il gap che continua a separarli dal top dell’Europa, quest’estate compreranno per chissà quanti milioni il cecchino Matthijs de Ligt, come hanno fatto con CR7, ma è assai più probabile che questa bocciatura porti a una rivoluzione estiva. O, per lo meno, a una rivisitazione delle strategie aziendali, a cominciare dall’allenatore surclassato dal suo rivale olandese.

CR7 sblocca il risultato, Van de Beek risponde

Si è capito subito che per la Juventus non sarebbe stata una passeggiata di salute agganciare la semifinale contro un avversario, l’Ajax per l’appunto, che fuori casa ha sempre segnato e che fa del (bel) gioco il pezzo forte del suo repertorio. La prova provata è giunta sei minuti dopo che Ronaldo è riuscito a schiodare il risultato (28′) con un colpo di testa sotto misura, benedetto tra l’altro anche dalla visione al Var: gli olandesi, infatti, non si sono scomposti, al contrario si sono riorganizzati, hanno confezionato il pareggio con Van de Beek e rimesso tutto in discussione sbriciolando il piccolo vantaggio bianconero del gol infilato alla Johann Cruijff Arena.

Juve inconsistente, Ajax padrone del match

Peraltro, le difficoltà incontrate dai campioni d’Italia erano già emerse all’andata e comparivano nel campionario delle cose da non fare – o da fare meglio – del catalogo di Allegri. Ma è un momento un po’ così e lo si sa da un pezzo. Settimane se non mesi.

In fondo, lo sviluppo della partita è stato pressappoco simile a quello di Amsterdam, nel senso che l’Ajax ha dato la sensazione di essere più squadra e di saper tenere in mano il gioco con maggiore disinvoltura malgrado le percentuali di possesso palla non siano state tanto sbilanciate come nella prima sfida. Ha impressionato pure la freschezza atletica e la capacità di agire in pressing con ritmi martellanti, caratteristiche emerse in modo inequivocabile e devastante nella ripresa.

Disfatta Juve, Dybala e Bernardeschi in ombra

La Juventus non ha saputo accendersi né con Dybala – inesistente prima dell’infortunio che lo ha estromesso dal match a favore di Kean – né con Bernardeschi, abbastanza inutile sulla corsia di destra. A centrocampo, Emre Can ha tafferugliato, al pari di Matuidi, mentre sulle spalle di Pjanic è stato addossato il peso della costruzione di manovre vagamente pericolose. Pjanic a cui è stato persino tolto l’ossigeno per respirare, figurarsi per masticare calcio. Il problema dei bianconeri è che non hanno quasi mai trovato sbocchi, soffocati dalla ossessiva compattezza degli olandesi.

Un miracolo di Szczesny scongiura il tris dell’Ajax

Poteva essere tutto finito per la Juventus dopo 7 minuti della ripresa se Szczesny non avesse compiuto un miracolo su Ziyech e se non si fosse ripetuto al 12′ su una conclusione di Van de Beek. Però nulla ha potuto sulla zuccata di de Ligt (22′), che ha beffato in un colpo solo Rugani e Alex Sandro. De Ligt che possiede il medesimo coraggio di Chiellini ma piedi assolutamente più buoni. La reazione dei campioni d’Italia è stata nulla, perché sono venute a mancare le energie nervose, perché la notte è diventata buia e cupa, perché solo un fischio dell’arbitro ha reso vano il terzo gol, bellissimo di Ziyech.

(LaPresse/di Vittorio Oreggia)

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