WASHINGTON – Nel lontano 1492, Cristoforo Colombo scrisse e indirizzò una lettera ai reali Ferdinando e Isabella per informare loro della sua incredibile scoperta. Il “Nuovo Mondo”, scriveva Colombo dell’America, in quella che è passata alla storia come l’Epistola de Insulis Nuper Inventis. La lettera in questione si trovava da anni in America, dove era stata venduta dopo essere stata sottratta alla Spagna. In queste ore è finalmente tornata al suo paese d’appartenenza. Si tratta del più antico documento a stampa, risalente al 1493, della scoperta dell’America. A consegnarla all’ambasciata spagnola è stato Thomas Homan, il segretario americano alla Sicurezza Interna.
Il furto della lettera di Cristoforo Colombo
Le indagini per risalire al prezioso documento composto dal navigatore genovese sono state condotte dall’Ice (Immigration and Customs Enforcement), che ha reso nota la notizia della sua restituzione al governo spagnolo. Il lavoro di ricerca condotto dall’Ice si conclude oggi dopo sette lunghi anni di indagini.
L’eccezionale foglio di carta era stato sottratto nel 2005 dalla biblioteca di Catalunya, per essere venduto negli Stati Uniti per la stellare cifra di 600 mila dollari. Dopo questo illecito passaggio di mano, la lettera aveva cambiato nuovamente proprietario otto anni dopo, nel 2013. A dimostrarlo è il timbro della biblioteca spagnola, coperto alla meglio.
Gli originali delle copie sostituite con dei falsi
Di quella lettera ne esisterebbero in realtà altre 16 copie, la cui stampa fu disposta proprio dallo stesso Cristoforo Colombo. Il furto dalla biblioteca spagnola, però, non rappresenta affatto un unicum. Anche quelle conservate a Roma nella Biblioteca Nazionale e a Firenze nella Biblioteca Riccardina si sono poi rivelate dei falsi: qualcuno ha infatti sottratto i vari originali, sostituendoli con delle copie. Ad occuparsi della stampa delle lettere dell’esploratore italiano fu il tedesco Stephan Plannck, che le realizzò a Roma nel 1943.