E’ la mossa disperata per recuperare voti, per cercare di avere un ruolo nel governo, dominato dalla Lega. Luigi Di Maio alza la voce con i Benetton, rispolverando l’animo grillino della prima ora.
Lo ha fatto ieri nel giorno della demolizione del ponte Morandi: “E’ stata una pagina tristissima della nostra storia e grazie all’abbattimento ora possiamo costruire. Ma soprattutto dobbiamo fare giustizia. Quelle persone – ha dichiarato il vicepremier – che sono morte sono morte perché qualcuno non ha fatto manutenzione per questo ponte. E quel qualcuno sono Autostrade per l’Italia della famiglia Benetton, inutile che si dica Atlantia per non capire di chi stiamo parlando. Sono la famiglia Benetton”.
Il problema è che il governo sulla questione Autostrade è bloccato: non è riuscito a strappare le concessioni ad Atlantia. L’ennesima promessa non mantenuta.
Se da un lato provano ad indossare i panni di un tempo, dall’altro continuano ad espellere chi continua a seguire quella linea realmente, come è successo con Paola Nugnes, accusata di essere dissidente e quindi espulsa dal Movimento.
Ad alimentare la confusione ci ha pensato Roberto Fico: il presidente della Camera, nonostante la decisione del Movimento di espellere la senatrice, ha preso le sue parti: “Restare sempre del Movimento”.
Il risultato è un atteggiamento grottesco: i grillini si sono trasformati in una creatura che non riesce a seguire una linea ben precisa, confusa, pacchiana e allo sbando. Con una mano cercano di colpire i Benetton, con l’altra puniscono chi mette in discussione