NAPOLI – “Se noi oggi siamo qui a quasi dieci anni di distanza dalla storia terribile della piccola Fortuna Loffredo, bambina di sei anni che volò dal balcone e che si scoprì poi era stata violentata, un anno dopo la morte di un altro bambino che si chiamava Antonio, se siamo qui oggi a condannare un episodio barbaro come quello che condanniamo, significa che qui si è consumato un fallimento”. Non usa mezzi termini la premier Giorgia Meloni quando analizza la situazione del Parco Verde durante il punto stampa all’istituto Francesco Morano, ultimo atto della visita istituzionale a Caivano sulla vicenda, orribile, dello stupro di gruppo subito da due cuginette di 11 e 12 anni. La premier ha raccolto l’invito di don Maurizio Patriciello (“uomo e sacerdote straordinario, una risorsa per tutti noi”) e garantito un concetto forse annebbiato dalle circostanze: a Caivano c’è ancora speranza.
Le tappe della visita
La premier arriva al Parco Verde alle 12. Le persone del posto – circa duecento, ma in generale ci sono più politici e giornalisti che abitanti – acclamano il suo nome. Ad ogni modo, il quartiere continua a non rispondere come ci si aspetta. Tante le finestre chiuse delle abitazioni ‘attenzionate’ dalle forze dell’ordine. La prima tappa del ‘tour’ a Caivano è la parrocchia di San Paolo Apostolo, la ‘casa’ di don Patriciello, parroco anti-camorra. L’incontro dura circa quaranta minuti, con loro anche il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, e il prefetto di Napoli, Claudio Palomba. All’uscita dalla chiesa, il presidente del Consiglio si infila in un’Alfa Giulia dopo aver abbracciato il sacerdote e salutato la gente del quartiere, per proseguire la sua visita verso l’istituto Morano, dove la attende la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Al tavolo, tra gli altri, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e i massimi rappresentanti delle forze dell’ordine locali. All’arrivo in istituto la premier viene accolta dalla preside Eugenia Carfora, che le dona un mazzo di fiori.
“Riportare la presenza dello Stato”
Fuori l’attesa è spasmodica. I caivanesi attendono di sapere l’esito del summit. La premier esce, alle 15,40, e racconta alla stampa cosa si è deciso per il Parco Verde. Prima un passaggio, inevitabile, sulla vicenda del doppio stupro (“siamo qui per esprimere la solidarietà alle vittime innocenti di un atto disumano, di un crimine infame che chiaramente ha scioccato tutti”), poi il discorso si fa più ampio: “Siamo qui soprattutto per riportare la presenza seria, autorevole, costante dello Stato italiano, delle istituzioni della Repubblica, che in territori come questo spesso non sono stati sufficientemente percepiti e forse sufficientemente presenti. Si è consumato un fallimento da parte dello Stato e delle istituzioni nonostante degli sforzi siano stati fatti. Allora penso che occorra tentare di dare dei segnali diversi. Uno Stato giusto ha prima di tutto il dovere di difendere i più deboli, i minori sono i principali tra questi soggetti e io vi confesso che il numero delle persone coinvolte nel duplice stupro, alimenta in me il terrore che episodi di questo genere siano più di quelli che emergono alla cronaca dei fatti”.
“Niente zone franche”
La premier ribadisce la linea del governo: “In Italia non possono esistere zone franche. Il messaggio è rivolto alle tante Caivano d’Italia. L’obiettivo che ci diamo è che domani possa essere conosciuto alle cronache perché rappresenta un modello. Da problema a esempio. Questo è l’obiettivo che noi vogliamo darci”. Sono tre le direttrici dell’azione del governo: la prima è la fermezza dello Stato contro la criminalità, contro l’illegalità, contro la droga. “Questo territorio sarà radicalmente bonificato – annuncia la premier – e vi assicuro che voi vedrete presto i frutti di questa visita del Governo oggi su questo territorio. Va rafforzata la presenza delle forze dell’ordine, va rafforzata anche la possibilità di operare da parte dell’apparato giudiziario”. Ma il controllo del territorio, si sa, da solo non risolve i problemi. Da qui la seconda “fondamentale direttrice che riguarda la necessità di dotare” il “territorio di servizi che i cittadini aspettano, chiedono, che vorrebbero vedere da molto tempo. E’ la ragione per la quale sono qui oggi – ammette la Meloni – sono i primi ministri a venire, ma li vedrete tutti, il ministro Abodi, il ministro Valditara, per dire che noi siamo qui per cominciare da oggi a dare risposte precise. La prima di questa risposte riguarda proprio il centro Delphinia, questo grande centro sportivo, enorme centro sportivo, non è una semplice palestra, parliamo di circa 25mila metri quadri di struttura che aveva più piscine, campi da tennis, che aveva gli spazi chiusi, che pare dalle indagini emerga possa essere anche il luogo dove si è consumato il duplice stupro”. La struttura è abbandonata da anni e oggi è una discarica a cielo aperto. “Il degrado favorisce la criminalità. Il mio obiettivo è riaprire, il nostro obiettivo è riaprire il centro sportivo entro la prossima primavera. Noi coinvolgiamo il Genio militare per ripulirlo, coinvolgiamo Sport e Salute, nella riqualificazione dell’area. Quando il centro verrà riaperto, coinvolgeremo le Fiamme Oro della Polizia di Stato per gestirlo. E vogliamo farlo in pochi mesi”. Entro la prossima primavera, con circa 10 milioni di euro, il centro Delphinia vedrà di nuovo la luce, assicura la premier.
“Scuole aperte di pomeriggio”
Poi c’è la scuola. Grazie al decreto Agenda Sud, firmato 24 ore prima, “ci saranno le risorse per aprire le scuole il pomeriggio, per tenerle aperte anche al di fuori dell’orario curricolare – spiega il capo del governo – vuol dire che aiuteremo questi docenti anche in tema di sostegno psicologico e sociale ai ragazzi che sono maggiormente in difficoltà. In queste quattro scuole arriveranno fino a 20 docenti in più. Credo che vadano rafforzate le norme per combattere la dispersione scolastica perché le sanzioni ad oggi non mi sembrano sufficienti”. Sicurezza, sport, scuola, ma anche cultura: “Il ministro Sangiuliano ha già messo a disposizione 12 milioni di euro in tre anni per avviare una biblioteca, sala multimediale, sala lettura che può essere ubicato sempre all’interno del Centro Delphinia, quindi centro polifunzionale”. E poi il lavoro “Dare la priorità a chi vive in questi quartieri e che vuole lavorare, vuole credere che possano esistere delle alternative. L’albero che cade fa sempre più rumore della foresta che cresce, ma c’è una foresta che cresce anche in questi territori e bisogna riconoscere il valore di queste persone. Il tema di Caivano diventa un tema centrale dell’agenda quotidiana del governo: coinvolge l’intero Consiglio dei ministri. Chiederò a ogni membro del governo di essere presente qui, in modo cadenzato, per aggiungere il suo pezzo di questo lavoro e anche per monitorare quello che sta succedendo”. Il presidente del Consiglio saluta Caivano citando: ‘Comincia a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e magari potresti scoprirti a fare l’impossibile’. E’ quello che vogliamo provare a fare qui”. Mai perdere la speranza: un messaggio condiviso da Nicola Nardella, presidente della VIII Municipalità, altra realtà critica: “Tutti condividiamo la condizione opaca in cui i poteri criminali si sono insediati su un tessuto fatto di una lacerante spoliazione dai diritti. Ciò è drammatico. Ritengo che bisogna guardare a quei modelli che si sono sviluppati dove i poteri criminali hanno perso terreno. A Scampia l’intervento di forze dell’ordine d’eccellenza è stato una condizione che ha agito in maniera combinata con lo sviluppo delle reti associative e dei commercianti che hanno ingaggiato una lotta per l’egemonia contro i poteri criminali nella partita per il controllo del territorio. Le Istituzioni devono agire in queste reti di governance. Non deve in alcun modo passare l’idea pessimista che la speranza possa svanire. Bisogna restituire centralità all’idea della possibilità del cambiamento”.
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