ROMA – Dove sta andando il tennis azzurro? Se lo chiedono in tanti. Sono quegli appassionati rimasti orfani di qualcuno da sostenere che parli la loro stessa lingua. Orfani da così tanto tempo che quelli delle ‘magliette rosse’ restano un mito di quelli che assomigliano al vino rosso: migliorano col tempo. Perché è bello fare il tifo per i grandi, come Federer, Nadal, Sampras o Agassi. Ma quando Borg incontrava Adriano Panatta, il tennista romano dalla sua parte aveva tutta la Penisola. Non c’è stato in questi quarant’anni un vero avvicendamento, un passaggio di consegne.
La nostalgia per le ‘magliette rosse’
Questioni di Federazione, dice qualcuno. Scarsità di talenti, dice qualcun altro. Certo, qualche soddisfazione il tennis italiano l’ha data, almeno a livello Wta. Come dimenticare la finale tutta italiana dello Us Open del 2015 vinta da Flavia Pennetta (oggi lady Fognini) contro Roberta Vinci, dopo che quest’ultima aveva letteralmente fatto impazzire e battuto Serena Williams. Ma è storia anche quella, sono passati tre anni. Dopo picchi del genere gli appassionati tornano a guardare all’estero e ad emozionarsi per il bel gioco, di qualunque bandiera sia.
La ‘tempesta perfetta’ degli atleti azzurri
E poi accade l’imponderabile. In una bollente settimana di luglio tre italiani portano a casa altrettanti trofei e la febbre torna a salire. L’ultimo in ordine di tempo è stato Matteo Berrettini che domenica scorsa è riuscito a fare centro alla prima finale in carriera nel circuito maggiore. A 22 anni e tre mesi il romano, numero 84 del ranking, è approdato all’ultimo atto dello “Swiss Open Gstaad”, battendo per 7-6 6-4, in un’ora e tre quarti di partita, lo spagnolo Roberto Bautista Agut, numero 17 del ranking mondiale. Una settimana prima, è stata la volta di Fabio Fognini che ha trionfato nel torneo di Bastad, imponendosi sul francese Richard Gasquet. Nello stesso giorno, a Umago, in Croazia Marco Cecchinato è riuscito a vincere il ‘Plava Laguna Croatian Open’. In finale il 25enne palermitano, numero 27 del ranking mondiale, ha battuto l’argentino Guido Pella, numero 72 Atp, per 6-2, 7-6. Secondo titolo stagionale dopo quello conquistato a Budapest. Sufficiente per ricominciare a sognare.