La sfida della scuola post Covid

Rebus regole sull’aerazione, timori per l’energia. Ma il mantra è: normalità

Una scuola (Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse)

NAPOLI (Gianmaria Roberti) – La scuola del primo anno post Covid esorcizza la coda della pandemia, e vuole ripartire con un mantra: la normalità. Anche se a 20 giorni dal via – in Campania il 13 settembre – le precauzioni sono sempre d’obbligo. Il ministero dell’Istruzione, il 19 agosto, ha emanato una circolare. È una presa d’atto sull’attuale quadro normativo, e suona come un colpo di spugna sugli ultimi due anni. L’istantanea è quella di una scuola più libera, a partire dall’addio alle mascherine. La novità, se così può dirsi, sono le linee guida sull’aerazione degli ambienti scolastici. Un complesso di regole in corso di approfondimento negli istituti. “Non ci attendiamo nulla di particolare, cerchiamo – spiega Franco De Rosa (nella foto), presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi (Anp) – di ritornare a una buona normalità della scuola, senza troppe restrizioni. Indubbiamente siamo sempre vigili e all’erta per qualsiasi cosa dovesse succedere. Però noi dobbiamo tornare alla normalità, d’altronde è un anno già che ci siamo, e non abbiamo avuto nessun problema”. E “le norme ci dicono cosa dobbiamo fare ‘in caso di’, ma niente di più. Si ritorna in presenza, addirittura gli organi collegiali, dobbiamo metterci alle spalle gli ultimi due anni e mezzo di pandemia, e spero di non essere smentito”. Quanto al tema aerazione “ci stiamo lavorando, stiamo studiando – precisa De Rosa – queste situazioni per le varie scuole, per capire se questi dispositivi hanno una validità dal punto di vista scientifico-tecnologico o meno”. Qui la prudenza è dovuta. “Perché noi andiamo incontro all’inverno, e – dice il presidente campano dell’Anp – stare con le finestre aperte diventa molto complicato. Magari non a Napoli, dove la temperatura non si abbassa mai più di tanto. Però abbiamo zone interne della Campania dove è inverno veramente”. De Rosa non teme nemmeno la crisi energetica: “A noi l’utilizzo del riscaldamento è orario e per pubblica necessità. Cercheremo di fare dei ricambi d’aria, in alcuni momenti utilizzeremo i dispositivi di filtrazione e purificazione. Fortunatamente non paghiamo noi le bollette, ma sono a carico degli enti locali”. C’è comunque chi paventa altro. “I problemi atavici della scuola sono sempre gli stessi: le classi pollaio e la mancanza, a questo punto, di impianti di aerazione” premette Monica Capo, insegnante dell’istituto comprensivo Capasso-Mazzini di Frattamaggiore, e membro dell’associazione Priorità alla scuola, in prima linea contro le prolungate chiusure delle scuole in pandemia. “Visto che si ostinano a fare classi da 30, quantomeno – considera – avrebbero potuto adeguare le aule da questo punto vista, cosa che non è accaduta assolutamente. Per cui sembra tutto affidato al caso. Speriamo che vada bene, come è andata bene questa estate”. Ma qualche timore resiste. “Sullo sfondo – ricorda Capo – si affaccia lo spettro della crisi energetica. I presidi italiani potrebbero fare come all’estero, soprattutto in Inghilterra, dove i dirigenti scolastici sembra si siano messi attorno a un tavolo per discutere come far fronte a questa situazione, e si parla già di razionamenti. Qui non è difficile immaginare che i Comuni saranno alla canna del gas”. In poche parole “temiamo che la tanto spinta digitalizzazione della scuola – perché in questi ultimi due anni abbiamo visto materializzarsi questo tipo di scuola, e anche i fondi del Pnrr sono stati dirottati in maggioranza verso questo – sia solo il preludio all’utilizzo della Dad in forma emergenziale, stavolta perché incalzerà la crisi energetica”. Milly Tornincasa, dirigente scolastico del liceo Jommelli di Aversa, invece è tranquilla: “Siamo ritornati esattamente come prima”, e anche “la questione dell’aerazione c’è sempre stata”, anzi “ci fa piacere perché vuol dire che i contagi saranno al di sotto di qualunque soglia di allarme”. Si è a un passo dal riappropriarsi delle vecchie abitudini, ma con una postilla. “L’ultima circolare – avverte Tornincasa – è stata emanata sulla base delle indicazioni del ministro della Sanità, il quale però non esclude che ad ottobre possa esserci qualche novità nei contagi. Ma noi siamo ottimisti. Abbiamo organizzato il nostro anno scolastico come ante Covid”. Un auspicio di tutto il mondo della scuola.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome