AIROLA – Uscire dall’Ipm di Airola dopo 10 giorni di Summer School e di vita comune è quasi impossibile. Ma questo tempo dentro il carcere dedicato ai ragazzi detenuti, nonostante cadute e ostacoli, ha per sempre rivoluzionato le nostre vite. C’era paura nella scelta e troppe linee di confine che sembravano insuperabili. Come trasferire in carcere un modello educativo ibrido e renderlo fruibile, scandirlo nelle forme più efficaci e rispondenti ai bisogni di ragazzi e giovani ristretti, che vivono in uno spazio-tempo diverso, troppo distante dal nostro caos quotidiano, sconosciuto da noi che viviamo l’estate come tempo della scelta, della libertà assoluta? Con quale messaggio edificante, salvifico ed efficaceandava conquistato uno spazio nelle loro vite? Entrare in campo è stato come varcare un confine prima interiore e poi fisico, che ha reso tutto una scoperta, a tratti faticosa, ma decisamente sfidante, ribelle e necessaria.
Ricostruire la Summer School attraverso gli eventi, le emozioni, le scelte e gli incontri diventa quasi impossibile perché siamo ancora molto coinvolti in un’esperienza che non risparmia; in tutti c’è ancora un’energia viva, multiforme generata da un mare di parole e gesti emersi con naturalezza e urgenza. L’incontro quotidiano è stato un rito collettivo, aperto (circa 30 giovani) e partecipato da un numero variabile, che non ha mai compromesso la voglia di condividere la giornata, ma ha stravolto abbastanza la routine estiva del carcere “smuovendo” attraverso la creatività e il gioco.
Una piccola brigata di sociologhe, educatrici, artiste, game developers. “Abbiamo attraversato porte, cancelli e corridoi per incontrare i volti dei ragazzi, animati dal desiderio di trasmettere la possibilità di altre scelte più coraggiose e libere, che si possono compiere sempre, perché il carcere dev’essere solo una tappa temporanea”, fanno sapere gli organizzatori. “Dall’Escape room, prima incomprensibile poi incisiva e dirompente, fino alle ore in palestra contrastando la mancanza di movimento per riattivare il corpo e liberare lo stress, abbiamo trascorso ore intense e impegnative da un punto di vista sia cognitivo che emozionale”.
“Per questa ragione e per molte altre ancora – proseguono – la Summer School è stata un miracolo di bellezza perché tutto si è trasformato in qualcosa di speciale e unico: dal camminare insieme al condividere un sogno, fino all’attesa di rivedersi il giorno dopo più desiderosi di stare insieme. Quanto si cambia! C’è un dare ma soprattutto un ricevere non misurabile. Le storie dure che hanno accompagnato il nostro viaggio nell’Ipm di Airola, hanno trasformato la nostra capacità di percezione ed espanso la nostra conoscenza della vita, perché in carcere si abbandona ogni giudizio. ‘Come vorrei essere’, progetto matrice della Summer School, sta dimostrando che possiamo, proprio in questo tempo difficile e con pochi auspici di futuro, lavorare per rispondere ad allarmi sociali, prendendo per mano la fragilità e immaginando collettivamente altre possibilità”.
“Tra le cose indimenticabili ce n’è una che non si può tralasciare – aggiungono – L’ultimo giorno, non solo perché non è stata la fine, ma perché ognuno ha provato a immaginare come sarebbe stato il suo (l’ultimo giorno in carcere). E così ciascuno dei ragazzi ha attraversato il futuro per un istante, con gli occhi della speranza e la freschezza di quell’età che non può mai arrendersi…! “L’ultimo giorno sarò molto felice e metterò in valigia tutto tranne spazzolino e ciabatte; uscirò d’inverno e tornerò a casa…vestirò casuale e ogni cosa sarà nuova, come se fosse un altro inizio!”.
“Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa meraviglia: la direttrice Marianna Adanti, Cinzia Comune e tutto il team degli educatori dell’Ipm, il comandante e tutti gli agenti, i collaboratori e il personale che hanno sempre accolto le nostre richieste – concludono gli organizzatori – E poi il nostro team: Guido Lavorgna, Donato De Marco, Antonietta Iannella, Luciana Di Mauro, Rachele Carpino, Angelo Buonomo, Maria Venditti, Claudia Zampella e Anna Baldassarre, Daniela Ruberti, Giorgia Guarino, Michele Sica, Vincent Renzo, Antonella Geroso, Maria D’Ambrosio, Lucariello, Pasqualino Costanzo e tutti coloro che hanno fatto un pezzo di strada con noi”.
Le tappe principali del progetto: Come vorrei essere!
- Dal 24 giugno laboratorio di coprogettazione della SUMMER SCHOOL con i detenuti partecipanti
- Dal 20-25 luglio tavolo organizzativo con gli operatori e il corpo di polizia dell’IPM
- 1-12 agosto SUMMER SCHOOL negli spazi interni ed esterni: giardino, socialità, palestra, teatro e cortile interno.
- 12 agosto party conclusivo
- 20-settembre al 30 ottobre tavolo di lavoro con gli operatori/seminario formazione/ciclo lezioni di digital skills e scrittura curriculum/contatto imprese