La Tata, la sit-com potrebbe tornare in tv

Dopo 'Una mamma per amica' e 'Will e Grace' revival anche per Francesca Cacace

FRAN DRESCHER E JENNIFER LOPEZ
@LAPRESSE/STARTRAKS

ROMA – Una delle sit-com più amate degli anni Novanta potrebbe tornare sugli schermi. ‘La Tata’, serie statunitense di successo creata, prodotta e scritta e interpretata da Fran Drescher e dal suo marito di allora, potrebbe tornare sugli schermi. Ad annunciarlo è proprio lei, in occasione dei 25 anni dall’esordio in tv.

L’annuncio della protagonista

Francesca Cacace, la babysitter ciociara di origini umili che lavora come bambinaia per il ricco produttore teatrale Maxuell Sheffield (interpretato dall’attore Charles Shaugnessy) potrebbe tornare a bucare gli schermi televisivi. “Stiamo lavorando su qualcosa di grande. Sarà molto emozionante per i fan ma non sono libera di annunciare ancora nulla. Sarà comunque grandioso”, ha dichiarato la popolarissima Dresher. Le speranze dei fan, oltre che dalle dichiarazioni dell’attrice, sono alimentare anche dalla tendenza al revival che ultimamente sta caratterizzando il mondo delle sit-com americane. Dopo ‘Una mamma per amica’ e ‘Will e Grace’, ‘La Tata’ potrebbe unirsi al gruppo dei grandi ritorni.

La fine della serie tv

La Tata aveva appassionato il pubblico per i dialoghi divertenti, e per i sui personaggi, diventati nel tempo delle vere e proprie icone degli anni Novanta. Il maggiordomo Niles, zia Assunta, zia Yetta e Lalla sono solo alcuni dei nomi che resteranno impressi per sempre nella memoria degli appassionati delle sit-com. Per far tornare l’attenzione bisognerà però riattivare una trama che si è già esaurita. Nelle ultime puntate gli strani amori, tra Francesca e Maxuell, e tra Niles e la signorina Babcock, avevano ormai trovato il loro equilibrio. Per attirare il pubblico bisognerà inventare nuovi schemi. Magari utilizzare i figli del ricco impresario per dar vita a nuovi intrecci amorosi. Non che gli amori nella sit-com abbiano il peso più importante. Chi guardava ‘La Tata’ lo faceva per le battute, per il senso dell’umorismo mai banale né scontato. E forse anche per la passione per gli abiti di Francesca, che non ha mai tradito minigonne e spalline.

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