CASERTA – “Anche Giovanni qui non è riuscito a far nulla”: parole di Mario Pagliuca, allenatore della squadra di calcio ‘Mondragone City’. Parole che il mister ha pronunciato mentre si trovava in auto con il suo presidente, l’imprenditore Alfredo Campoli.
Era il 16 marzo dell’anno scorso e i due avevano raggiunto, insieme, il campo sportivo di Teano ‘Giuseppe Garibaldi’. La struttura sportiva si trova in località Sant’Antonio, area che il Comune sidicino, in quel periodo, aveva deciso di riqualificare attivando un appalto per assegnarne la manutenzione del verde. E mentre con la vettura (monitorata dai militari dell’Arma grazie a un’ambientale) attraversavano quell’area, Campoli sbotta: “Vedi questo lavoro? Lo dovevo fare io”. Ed è a questo punto che Pagliuca tira in ballo “Giovanni”.
Di chi si tratta? Per i carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa è Giovanni Zannini, consigliere regionale. E il commento del mister, ritengono i militari, confermerebbe i presunti rapporti illeciti che Campoli aveva instaurato con l’amministrazione di Teano grazie all’intervento politico di Zannini (suo amico e compare di nozze).
Ma se in altre circostanze l’influenza del consigliere regionale sarebbe riuscita a favorire le ditte riconducibili a Campoli, quella volta, in merito ai lavori in zona Sant’Antonio, l’operazione non andò a buon fine.
A ‘sponsorizzare’ l’uomo d’affari mondragonese presso Teano, su input di Zannini, sarebbe stato, dice l’accusa, Domenico Laurenza (non indagato), consigliere comunale di maggioranza. A dare sostegno a questa ricostruzione è stata Angela D’Anna, responsabile dell’area Territorio da luglio a novembre 2023 (ha poi lasciato il Comune sidicino per andare a lavorare a Napoli).
Interrogata dagli inquirenti come persona informata dei fatti, la funzionaria ha raccontato che si era occupata lei della procedura riguardante la riqualificazione dell’area verde di località Sant’Antonio. Ha riferito, inoltre, che Laurenza, in concomitanza con quella procedura, le presentò un imprenditore (D’Anna non ricorda il nome, ma lo riconoscerà nella foto – che ritraeva Campoli – mostratale dai carabinieri). Durante il colloquio con il consigliere e l’uomo d’affari, la funzionaria ha dichiarato agli investigatori di aver sottolineato ai due come la procedura si sarebbe svolta seguendo delle verifiche e dei criteri in base ai quali poter aggiudicare il lavoro: insomma, non era disponibile a fare ‘strappi’. Laurenza però avrebbe continuato a spingere per Campoli, rappresentando che le ditte del mondragonese si sarebbero potute occupare anche di altri progetti, atteggiamento che infastidì non poco la responsabile (così ha detto in sede di interrogatorio), al punto da spingerla a palesare la necessità di seguire esclusivamente le regole.
Alla fine, l’ufficio accertò che la ditta di Campoli non avrebbe avuto i requisiti previsti per i lavori a Sant’Antonio e così si rivolse a una società di Carinola. Questo spaccato è emerso nell’indagine, ancora in corso, coordinata dai pm Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano della Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata da Pierpaolo Bruni.
L’inchiesta, lo scorso ottobre, fece scattare diverse perquisizioni (che rivelarono l’esistenza dell’attività investigativa) presso abitazioni e uffici di diversi soggetti, tra cui proprio Campoli e Zannini. Ai due viene contestato il reato di corruzione. Per quale ragione? Perché l’imprenditore, sfruttando le influenze del politico a Teano, avrebbe ottenuto i lavori di rimozione rifiuti nell’area di via Gradavola.
In cambio di questo interessamento, dice la Procura, Campoli regalò due motocicli ai figli di Zannini. Al consigliere regionale viene contestata, in concorso con gli imprenditori Luigi e Paolo Griffo, anche la corruzione e la frode in relazione all’impianto (ora sequestrato) della società Spinosa, costruito a Cancello Arnone con fondi ottenuti da Invitalia. Campoli risponde anche di false fatturazioni.
Logicamente gli indagati sono da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile ed è possibile che il prosieguo dell’attività investigativa dimostri l’estraneità degli inquisiti alle accuse che vengono loro contestate.
L’allenatore Mario Pagliuca, intercettato in aula con Campoli, non è indagato.
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