L’albero di Falcone mette radici a Napoli: un seme di legalità contro la Camorra piantato nel cuore della ‘Terra dei Fuochi’

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Operazione dei carabinieri
Operazione dei carabinieri

NAPOLI – Un simbolo vivente di legalità, le cui radici affondano nella memoria di uno dei più grandi martiri della lotta alla mafia, è stato piantato oggi nel cuore di uno dei quartieri più complessi di Napoli. Non un albero qualsiasi, ma la “Talea di Falcone”, un frammento del maestoso Ficus che veglia sulla casa palermitana del giudice Giovanni Falcone, ora messo a dimora nel giardino della Fondazione “A voce d’e Creature” di Don Luigi Merola, nel rione Arenaccia Poggioreale. Un gesto dal valore inestimabile, un messaggio potente in un territorio dove le sirene della criminalità organizzata suonano fin troppo forte e l’ombra della “Terra dei Fuochi” continua a minacciare l’ambiente e la salute.

L’iniziativa, svoltasi nella mattinata di oggi, 11 dicembre 2025, rientra nel progetto nazionale di educazione ambientale “Un Albero per il Futuro”, promosso dall’Arma dei Carabinieri. A consegnare il prezioso arbusto, simbolo di speranza e di un futuro diverso, sono stati i militari del Comando Provinciale di Napoli, guidati dal Tenente Colonnello Giuseppe Musto, e i Carabinieri forestali del Reparto Biodiversità di Caserta, con il loro Comandante, il Tenente Colonnello Marilena Scudieri. Ad accoglierli, oltre a diverse autorità civili, c’erano soprattutto loro, i veri destinatari del messaggio: oltre cento ragazzi in età scolare, ospiti e frequentatori della fondazione di Don Merola, un prete di frontiera che da anni si batte per strappare i giovani al disagio, alla dispersione scolastica e alle facili lusinghe della devianza.

La scelta del luogo non è casuale. La fondazione “A voce d’e Creature” è un presidio di legalità in una zona ad alta densità criminale, un’oasi dove si coltiva la cittadinanza attiva e si offre un’alternativa concreta a un destino che per molti sembra già scritto. Piantare qui la talea del Ficus macrophilla di Giovanni Falcone significa lanciare una sfida aperta alla Camorra, affermando che lo Stato e la società civile non arretrano. Significa dire a questi ragazzi che un’altra vita è possibile, una vita basata sul rispetto delle regole, della comunità e dell’ambiente.

Il progetto “Un Albero per il Futuro”, nato nel 2020 da un accordo tra l’allora Ministero della Transizione Ecologica e i Carabinieri, mira a creare un “grande bosco diffuso della legalità”. Ogni albero piantato, rigorosamente di specie autoctona, viene georeferenziato tramite un Qrcode. Questo permette di seguirne la crescita su una piattaforma web, monitorando in tempo reale il suo contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici attraverso lo stoccaggio di CO2.

Dal 2021, il progetto si è arricchito di un valore simbolico ancora più profondo. Grazie alla collaborazione tra l’Arma, la Fondazione Falcone e le istituzioni palermitane, alcune gemme dell’albero del giudice sono state prelevate e duplicate nel Centro Nazionale dei Carabinieri Forestali di Pieve Santo Stefano. Da quel prelievo sono nate le piantine che, come moderni tedofori, portano un messaggio di giustizia in tutta Italia.

Oggi, una di quelle piantine ha trovato casa a Napoli, in un terreno tristemente noto per i roghi tossici e l’emergenza ambientale. Un albero che rappresenta la lotta ai crimini ambientali e alle ecomafie, piantato proprio lì dove questa lotta è più dura e necessaria. Mentre le piccole mani dei ragazzi aiutavano a sistemare la terra attorno alle giovani radici, lo sguardo era rivolto al futuro. Un futuro in cui, si spera, la chioma di questo albero possa crescere forte e rigogliosa, simbolo di una legalità che, come un seme, è stata piantata oggi per dare frutti domani.

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