TORINO – Un crollo dei consumi per quest’anno pari a quasi 84 miliardi di euro, -8% rispetto al 2019. La stima draconiana dell’Ufficio studi Confcommercio sugli effetti del lockdown a causa del coronavirus considera le progressive riaperture previste da qui ad aprile. Tenendo in conto il primo ottobre come data più realistica per il ritorno a una fase di totale normalità. Seppure con l’attivazione di protocolli di sicurezza.
Le stime di Confcommercio
È una “valutazione prudenziale che, non si esclude, potrebbe anche peggiorare”, rimarca l’associazione. Che prevede oltre tre quarti della perdita dei consumi concentrati in pochi settori di spesa: vestiario e calzature, automobili e moto, servizi ricreativi e culturali, alberghi, bar e ristoranti. Gli ultimi due, in particolare, sono i comparti che registrano le cadute più pesanti: -48,5% per i servizi di alloggio e -33,3% per bar e ristoranti. “Per questi due importanti settori le stime sono molto prudenziali. Le cadute potrebbero risultare a consuntivo decisamente più gravi se il ritorno alla ‘nuova’ normalità sarà particolarmente lento”, sottolinea Confcommercio.
Un crollo da 84 miliardi
Secondo Unimpresa, anche a giugno le saracinesche rimarranno abbassate per il 30% di bar, ristoranti e commercio al dettaglio, che, affossati dai costi, non saranno in condizione di ripartire. “Per almeno un terzo degli imprenditori, la ripresa di alcuni esercizi commerciali è sconveniente sul piano economico. Tenuto conto dei costi fissi che non vengono in alcun modo congelati né ridotti (affitti, utenze, tassa sui rifiuti e sul suolo pubblico)”, stima l’associazione, che prevede che il venir meno del 30% degli esercizi si possa tradurre, considerando le attività connesse. In una riduzione del giro d’affari complessivo che interessa 250 miliardi di euro di Prodotto interno lordo.
La frenata dei consumi
“Nel 2020 i consumi crolleranno di 84 miliardi di euro: una perdita insopportabile per l’economia e la società italiana”, rimarca il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. “Senza un vero sostegno non ci sarà nemmeno una fase 2 per le nostre imprese che hanno assoluto bisogno di indennizzi e contributi a fondo perduto, prestiti senza burocrazia e moratoria fiscale per quest’anno. Ma bisogna agire per poter ripartire subito, in sicurezza, e ridare una prospettiva di fiducia e di speranza che oggi non c’è”.
(LaPresse/di Silvia Caprioglio)