NAPOLI – Nuova, coraggiosa, ambiziosa. L’America’s Cup cambia volto, regole e guarda al futuro. Un futuro che si chiama Napoli. La 38esima edizione del trofeo velico più antico del mondo sarà quella della rivoluzione. Il nuovo Protocollo firmato e presentato ieri
ufficialmente è ricco di novità destinate a diventare pilastri del futuro della Coppa. Tra le novità principali c’è la composizione degli
equipaggi: cinque velisti per imbarcazione, con l’obbligo di includere almeno una donna. Due membri, oltre alla velista donna, dovranno essere cittadini del Paese rappresentato, mentre sarà consentita la presenza di un massimo di due stranieri a bordo. Niente più grinder-cyclor, in barca saranno in cinque più uno.
Ogni equipaggio, infatti, potrà inoltre ospitare un sesto membro “ospite”, celebrità, influencer, rappresentante dei media o sponsor per vivere la regata in prima persona. E, altra novità storica, la Coppa avrà cadenza biennale e sarà governata da un sistema di gestione collettiva: tutti i team partecipanti avranno pari responsabilità organizzative, condivisione dei diritti televisivi e commerciali e un Ceo indipendente a capo della struttura. Quindi non più tutto nelle mani del Defender e del Challenger of Record, ma una struttura nuova a gestire presente e futuro.
Sul fronte tecnologico e ambientale, gran parte delle funzioni di bordo sarà alimentata da batterie. Il nuovo regolamento introduce
anche un tetto massimo di spesa di 75 milioni di euro per ogni squadra. I team che hanno partecipato all’ultima edizione dovranno mantenere gli stessi scafi, mentre vi nuovi iscritti potranno acquistare o costruire un AC75 conforme alle specifiche tecniche, sempre facendolo sul territorio di appartenenza. Le modifiche sono state accolte con favore da figure chiave del mondo della vela. Jay Cross, del New York Yacht Club – primo vincitore della Coppa nel 1851 con la goletta America – ha espresso pieno sostegno alla modernizzazione dell’evento. Grant Dalton, Ceo di Team New Zealand e detentore del trofeo, ha sottolineato come il nuovo modello affronti il problema
storico della mancanza di continuità, ponendo e basi per una gestione più stabile e inclusiva.
Anche Ben Ainslie, team principal di Athena Racing, ha parlato di “momento cruciale” per la vela: “Il nuovo accordo ridisegna radicalmente governance e organizzazione, rendendo l’America’s Cup più inclusiva, coinvolgente e sostenibile. È un impegno comune verso il futuro di questo sport”. E poi ci sono le date. Le iscrizioni si apriranno il 19 agosto, nel 2026 ci saranno delle regate preliminari sugli AC40, con sedi che saranno ufficializzate entro il mese di novembre. Poi nella primavera del 2027, tutti a Napoli, dove ci sarà l’ultimo degli eventi preliminari, poi la Louis Vuitton Cup per selezionare lo sfidante di Team New Zealand e infine l’America’s Cup in programma ufficialmente a luglio 2027. Il formato delle regate di selezione sarà l’ennesima novità dell’edizione napoletana: fase a gironi con match race e regate
di flotta per includere tutti i concorrenti (che saranno almeno 6, secondo indiscrezioni), poi semifinali e finali tra i migliori 4 equipaggi (rispettivamente al meglio delle 5 e delle 7 regate) per selezionare lo sfidante ufficiale del defender. Gli occhi del mondo su Napoli, che si prepara per farsi trovare con l’abito migliore per quello che sarà un evento storico per la città e per l’Italia.