ROMA – Parola d’ordine: tempestività. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, lancia l’allarme relativo ai “margini di inserimento della criminalità organizzata” nella fase due. Il motivo è presto detto. In un momento “fra i più difficili della storia della Repubblica” con un’emergenza che sta “incidendo profondamente” sul tessuto sociale ed economico e con forte “deficit di liquidità” le mafie potrebbero avere buon gioco. Per questo la velocità nell’erogazione delle misure previste dal governo per fronteggiare la crisi è “fondamentale”. Altrettanta attenzione deve essere messa nel controllo sulle somministrazione dei capitali stessi, che deve essere capillare tramite un lavoro di intelligence e un confronto continuo fra amministratori locali e prefetti. Un livello di allerta alto che deve essere tenuto anche nell’intercettare ogni “segnale di disgregazione sociale” in particolare per le categorie più deboli e a forte rischio povertà.
Riguardo ai controlli effettuati per il contenimento dell’epidemia il ministro, in audizione alla Commissione Affari costituzionali della Camera, loda il comportamento degli italiani mettendo in luce come su circa 9 milioni di controlli le violazioni registrate siano state circa 330mila. Ma guai a vanificare tutto con “comportamenti irresponsabili” perché ognuno di noi “può contribuire alla creazione delle condizioni necessarie per uscire da questa emergenza”.
Il problema migranti
Un’attenzione altissima, rassicura Lamorgese, è presente anche nella gestione del dossier migranti. Gli arrivi, spiega il ministro, negli ultimi due mesi sono stati contenuti (241 a marzo e 483 ad aprile fino a ora) e per tutti sono state avviate le procedure di isolamento e qurantena. Dopo, spiega ancora, “saranno redistribuiti in Ue in base all’accordo di Malta che fino ad ora ha avuto effetto”. Potrebbe esserci, infine, una sorta di ‘sanatoria’ allo studio, ma solo relativamente al settore dell’agricoltura. L’interlocuzione con il ministro Bellanova c’è, il problema da risolvere è quello della raccolta ma, in nessuno, caso sarà indiscriminata. “Non si parla affatto di 600 mila persone come ho sentito”, taglia corto Lamorgese.
Di Andrea Capello