L’Aquila, la Consulta boccia la legge regionale sulla ricostruzione: è incostituzionale

Pesantissimo il bilancio del sisma, di magnitudo 5.8 della scala Richter, avvenuto alle 3.32 del 6 aprile di 10 anni fa: 309 vittime, oltre 1.600 feriti e circa 80mila sfollati

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 27-03-2019 - L'Aquila Cronaca L'Aquila a dieci anni dal terremoto del 2009. Nella foto cantieri nel centro storico Photo Vincenzo Livieri - LaPresse 27-03-2019 L'Aquila (Italy) News The city of L'Aquila, ten years after the 2009 earthquake. In the picture building sites in the old town

MILANO – Incostituzionale. È il verdetto della Consulta sulla legge regionale abruzzese 2018 per la ricostruzione dell’Aquila dopo il terremoto del 2009. Una legge che, secondo i giudici, viola il principio della necessaria copertura finanziaria, sancito dall’articolo 81 della Carta. La pronuncia della Corte Costituzionale, con la sentenza numero 227, è arrivata in merito all’intero articolato della disposizione della Regione Abruzzo, n.28 del 24 agosto dello scorso anno. E dal titolo ‘Abruzzo 2019 – Una legge per L’Aquila capoluogo: attraverso una ricostruzione, la costruzione di un modello di sviluppo sul concetto di Benessere equo e sostenibile – Bes’. Per la Consulta, infatti, “esprime una mera ipotesi politica, la cui fattibilità giuridica ed economico-finanziaria non è supportata neppure da una schematica relazione tecnica”.

Un bilancio drammatico

Pesantissimo il bilancio del sisma, di magnitudo 5.8 della scala Richter, avvenuto alle 3.32 del 6 aprile di 10 anni fa: 309 vittime, oltre 1.600 feriti e circa 80mila sfollati. E, dopo le polemiche sulla ricostruzione, arriva la ‘tegola’ della sentenza della Consulta. Si tratta – spiegano i giudici – di “una rigorosa pronuncia”. Che mira a porre fine agli interventi legislativi, che non presentino i presupposti costituzionali e delle risorse necessarie per fronteggiare quanto previsto. Il principio della copertura, spiega la Corte, “trova una delle principali ragioni proprio nell’esigenza di evitare leggi-proclama sul futuro, del tutto carenti di soluzioni attendibili. E quindi inidonee al controllo democratico ex ante ed ex post degli elettori”.

La decisione della Consulta

La ratio è da ricercare nel principio di rappresentanza democratica per il quale il cittadino ha diritto di essere informato sull’attendibilità della stima e sull’esistenza delle risorse destinate ad attuare le iniziative legislative. E a confrontare le previsioni con i risultati in sede di rendicontazione. In sostanza, le risorse devono essere definite in modo concreto: “La copertura finanziaria delle spese deve indefettibilmente avere un fondamento giuridico”. Dal momento che “diversamente sarebbe sufficiente inserire qualsiasi numero nel bilancio per realizzare nuove e maggiori spese”.

Le opposizioni

All’attacco della legge regionale bocciata dalla Corte Costituzionale Luigi D’Eramo, commissario della Lega in Abruzzo e deputato del Carroccio: “Ecco il capolavoro del Pd per L’Aquila capoluogo! In questa sentenza si riassumono i 5 anni della sinistra al governo della Regione e della considerazione avuta per la nostra terra!”. Soddisfatta della pronuncia della Consulta anche la senatrice pentastellata abruzzese Gabriella di Girolamo. Secondo cui il Movimento 5 Stelle ha sempre pensato che la legge fosse un “abnorme pasticcio”. “L’incostituzionalità – spiega – non solo non ci sorprende, ma l’assenza di coperture finanziarie e relative relazioni tecniche è la riprova che la regione Abruzzo su questo fronte ha prodotto il caos totale”.

(LaPresse)

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