L’arsenale da guerra dei clan nascosto tra frutta e verdura

Arrestati il titolare del negozio in via Miseno e lo zio 74enne. Sigilli a 6 kalashnikov, cinque mitragliatrici, dieci pistole, un ordigno e tredici chili di droga

NAPOLI – Un arsenale da guerra e chili di stupefacenti nascosti nel soppalco di un negozio di frutteria. Quello scomparto segreto era contornato da immagini sacre. Alla base della scala delle bottiglie di pomodori pelati e ceste di limoni. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione in quell’esercizio commerciale insospettabile sapevano che qualcosa di importante avrebbero trovato. Un’attività d’impeto che è arrivata a valle di un’impennata di tensione criminale nell’area flegrea e che ha generato un incremento di controlli e di attività di intelligence. I carabinieri del comando Provinciale di Napoli, guidati dal generale Canio Giuseppe La Gala, hanno da preso giorni a setacciare le strade e ad eseguendo perquisizioni a carico pregiudicati ed appartenenti alla criminalità dell’area flegrea. Durante le operazioni, nella notte tra giovedì e ieri, i militari del Nucleo investigativo e della compagnia di Bagnoli si sono imbattuti nella santabarbara.

Nel negozio di ortofrutta allestito al civico 3 di via Miseno sono state recuperate 10 pistole, sei mitra da guerra di fabbricazione russa modello kalashnikov, cinque pistole mitragliatrici, due giubbotti antiproiettile, una bomba carta e centinaia di munizioni. Non solo. I carabinieri hanno trovato nel negozio anche 13 chili di sostanza stupefacente tra hashish e marijuana, carico destinato alle piazze di spaccio di Bagnoli. In manette sono finiti Salvatore Vivenzio, il titolare 41enne dell’attività e lo zio di 74 anni, Antonio Esposito, presente a sua volta nell’esercizio commerciale, entrambi del posto e incensurati. Dopo il sequestro sono stati avviati corso i rilievi tecnici e le armi saranno sottoposte anche rilievi balistici per appurare il loro eventuale utilizzo in fatti di sangue e negli eventi delittuosi avvenuti di recente nei quartieri dell’area occidentale della città. Non è la prima volta, anzi, accade sempre più spesso che persone incensurate vengano arrestate perché ritenute custodi di armi o stupefacenti. In alcuni casi vengono coinvolte inconsapevolmente, perché magari hanno una struttura nella loro disponibilità e quella stessa struttura – a loro insaputa – viene usata come deposito temporaneo di armi o droga. In altri casi, invece gli incensurati e gli insospettabili sfruttano il loro status di persone ‘pulite’ per prendere accordi elettivi con le organizzazioni. Incensurati, capaci di gestire flussi di capitali dietro attività di tipo prevalentemente imprenditoriale e discreti a sufficienza, per rimanere nell’ombra senza grandi ambizioni di potere. E’ questo l’identikit dei nuovi ‘soci’ dei clan. E’ su queste nuove figure malavitose che la magistratura e le forze dell’ordine stanno puntando l’attenzione. Adesso resta da capire a quale clan appartenesse quell’arsenale. Lo storico cartello di Bagnoli, quello dei D’Ausilio, ha di recente subito un colpo pesantissimo dall’Antimafia.

A fine gennaio i carabinieri hanno eseguito una misura cautelare emessa dal gip nei confronti di 15 indagati, tutti appartenenti al gruppo ritenuto egemone nelle zone di via Cavalleggeri d’Aosta, Bagnoli, Coroglio e Agnano. Altra organizzazione è quella degli Esposito-Bitonto-Nappi, storici rivali dei D’Ausilio che, dopo la ‘falcidie’ dettata dagli arresti, potrebbero aver iniziato un’espansione per monopolizzare il controllo delle attività illecite. Ricordiamo che di recente è stato registrato un raid. Era la notte tra il 3 e il 4 aprile, quando i carabinieri della compagnia di Bagnoli sono intervenuti in via Giacinto De Sivo. Al 112 erano stati segnalati colpi d’arma da fuoco, esplosi contro il portone d’ingresso di un condominio, all’altezza del civico 64. Sul posto, i militari, insieme a quelli della sezione rilievi del Nucleo Investigativo di Napoli, hanno rinvenuto a terra alcuni pallini di piombo, esplosi probabilmente con un fucile. Indagini in corso per accertare motivazioni e dinamica dei fatti, ma l’obiettivo sarebbe stato circostanziato. Si trattava di Luigi Bitonto, 43 anni, vecchio volto della mala di Bagnoli e Cavalleggeri, di recente ritornato in libertà. Risulta inserito nel gruppo Nappi-Esposito, storicamente rivale dei D’Ausilio.

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