Roma, 9 mar. (LaPresse) – “È con grande emozione che oggi, a nome di tutti, do l’estremo saluto terreno ad Alessia e Martina, due bambine da me conosciute ed amate.
Alessia, battezzata e comunicata da me, il prossimo 6 Maggio avrebbe dovuto ricevere il Sacramento della Cresima e Martina, a settembre avrebbe iniziato il suo cammino di catechesi parrocchiale.
Ora è tutto finito. Ma è davvero tutto finito?”. Inizia così l’omelia di Don Livio Fabiani, il parroco che sta celebrando i funerali di Alessia e Martina Capasso, uccise dal padre a Cisterna di Latina.
“Sono circa 50 anni – dice il parroco – che sono sacerdote ed ho celebrato tanti funerali: funerali di persone suicide o uccise, di persone morte tranquillamente sul loro letto o tragicamente in incidenti vari, persone morte dopo una lunga malattia o morte all’improvviso senza che nessuno se ne accorgesse, giovani e anziani. Qualcuno potrebbe pensare che ormai sono abituato alla morte. NO! Non sono abituato!
Quando vedo una bara bianca un senso di ribellione mi assale e tanti “perché?” affollano la mia testa. Perché? Mi chiedo e so che questo succede anche a voi, fratelli miei.