MILANO – Hanno rivelato le domande che sarebbero state poste in sede di esame, attestando falsamente la regolarità della procedura dei verbali della commissione. Per questo un funzionario e un dirigente dell’Asl di Latina sono finiti ai domiciliari nell’ambito dell’indagine della polizia di Stato. I due sono accusati di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio, entrambi nella forma aggravata.
L’indagine
Dal complesso delle attività investigative eseguite dai poliziotti e dai finanzieri, è chiaramente emerso come, in entrambi i concorsi, le procedure previste dai bandi a tutela dell’imparzialità della Pubblica Amministrazione. E volte a favorire il merito degli aspiranti, siano state “piegate” e falsate in favore di rapporti di conoscenza più o meno diretta dei candidati.
Anche se ‘solo’ in cinque casi è stato possibile identificare i beneficiari delle ‘anticipazioni’ – accertando come i membri della Commissione, in particolare il Dirigente oggi arrestato, abbiano contattato i candidati per comunicare loro le domande che avrebbero posto in sede di esame orale – tutti gli accertamenti compiuti hanno evidenziano come l’utilizzazione distorta della procedura concorsuale sia stata ampia. Con la conseguenza che lo spettro di “favori” elargiti dagli indagati grazie a tale meccanismo illecito sia estremamente vasto, come vasta appare la rete di connivenze creatasi.
(LaPresse)