Lavoro: aumentano gli occupati ma a termine, cresce la disoccupazione tra i giovani

Crescono gli occupati a settembre, 59mila in più rispetto al mese precedente, ma è un dato in chiaroscuro. Perché la miniripresa è trainata dai contratti a termine.

(AP Photo/Francois Mori, File)

ROMA – Crescono gli occupati a settembre, 59mila in più rispetto al mese precedente, ma è un dato in chiaroscuro. Perché la miniripresa è trainata dai contratti a termine. Dopo i cali di luglio e agosto c’è un segno più – lo 0,3 percento – che diventa +1,2% con 273mila occupati in più rispetto allo stesso mese del 2020, e soprattutto, facendo il conto dei primi nove mesi dell’anno, c’è un saldo positivo di mezzo milione di posti di lavoro. Ma rispetto ai livelli pre-pandemia il numero di occupati è ancora inferiore di oltre 300mila unità. La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-1,2%, pari a -28mila unità rispetto ad agosto) è più marcata per gli uomini, e coinvolge solo chi ha più di 24 anni. Ne consegue che il tasso di disoccupazione cala al 9,2% (-0,1 punti), ma aumenta tra i giovani al 29,8% (+1,8 punti).

L’aumento prevalente dei contratti a termine rilevato da Istat “dipende dalla situazione di sempre più marcata incertezza riguardo al futuro a medio e anche a breve termine, in cui operano le imprese”, commenta a LaPresse il giuslavorista Pietro Ichino, spiegando che “gli imprenditori rispondono alla volatilità del contesto con la prudenza nell’ingaggio dei collaboratori. Non è un fenomeno soltanto italiano: accade lo stesso in tutta Europa”. Per la segretaria confederale Uil, Ivana Veronese, preoccupa l’aumento sostenuto dell’occupazione a termine, a fronte di un difficoltoso cammino di crescita di quella a tempo indeterminato: “Se vogliamo che vi sia una crescita e ripresa duratura, occorre in primis investire in buona, stabile e formata occupazione”. Non possiamo né dobbiamo permettere, aggiunge, che 30 giovani su 100 siano disoccupati: “La riforma delle politiche attive ha, quindi, una grande sfida da affrontare ed attuarla in maniera veloce e responsabile diventa fondamentale per il futuro di quanti oggi sono ai bordi del mondo del lavoro”.

Segno più per l’occupazione anche all’estero. Per l’Eurostat a settembre 2021, il tasso di disoccupazione destagionalizzato dell’area euro era del 7,4%, in calo dal 7,5% di agosto 2021 e dall’8,6% di settembre 2020. Il tasso di disoccupazione dell’Ue era del 6,7% a settembre 2021, in calo dal 6,9% di agosto 2021 e dal 7,7% di settembre 2020. Negli Stati Uniti, nel mese di ottobre, il settore privato ha creato 571mila nuovi posti di lavoro, soprattutto nel alberghiero e del tempo libero.

Di Antonella Scutiero

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