Roma, 6 nov. (LaPresse) – “Il 31 ottobre 200 lavoratori del Gruppo Comdata, il call center più rilevante del territorio salentino, con 1200 lavoratori a tempo indeterminato più 800 tra lavoratori in somministrazione e collaboratori a progetto. Questi hanno ricevuto comunicazione del mancato rinnovo del contratto di somministrazione. Tra di loro anche lavoratori ormai strutturati, al lavoro sulle grandi commesse da oltre 18 mesi. E’ l’effetto del decreto 87/2018, il cosiddetto dignità. Già i dati Istat riferiti a luglio, primo mese di parziale applicazione del decreto, indicavano una crescita di sole 8mila unità dei contratti a tempo determinato. Pari alla metà dell’aumento di giugno (+16mila). E anche l’Aidp, l’associazione che riunisce e rappresenta i direttori del personale delle aziende. Questo ha lanciato l’allarme sul rischio boom di Partite Iva e ‘finti’ lavoratori autonomi dovuti al decreto”. Lo dice la senatrice Teresa Bellanova, capogruppo del Pd nella Commissione Attività produttive, che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione parlamentare.
dice Teresa Bellanova
Per settimane abbiamo ascoltato il governo e il ministro Di Maio parlare del decreto come di una misura virtuosa, tesa a stabilizzare i posti di lavoro. In realtà gli esiti sono nefasti: meno lavoro e meno tutele per i lavoratori. I lavoratori, come dimostra quel che sta accadendo a Comdata, vengono licenziati e le tutele, come la Naspi, durano meno. Cosa intende fare Di Maio per porre rimedio alle storture create con il suo decreto, che di dignità non ha niente, neanche più il nome?”.