Roma, 6 dic. (LaPresse) – Oltre 3 mln di lavoratori ma si arriva a 5.2 se si considera il reddito annuale invece di quello mensile e 2.2 mln di famiglie risultano povere. Ciò nonostante almeno un componente sia occupato. Sono i dati che emergono dal XX ‘Rapporto sul mercato del lavoro e sulla contrattazione collettiva’, illustrati oggi al CNEL ed elaborato dal Consiglio Nazionale Economia e Lavoro in collaborazione con ANPAL e INAPP. Il rapporto analizza le dinamiche del mercato del lavoro dopo la crisi. Le novità istituzionali introdotte negli anni recenti con le riforme dei rapporti di lavoro e le misure di contrasto.
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Secondo i dati illustrati, la diffusione della povertà tra i lavoratori è legata alla persistente bassa competitività del sistema, al minor numero di ore lavorate. Inoltre alla precarietà dell’occupazione, all’impiego di manodopera poco qualificata e alle scelte di alcune aziende per contenimento dei costi. Nel periodo compreso tra il 2014 e il primo semestre 2018, la crescita dell’occupazione, oltre che al part-time, resta ancorata ai lavori a tempo determinato che sono aumentati del +35%, pari a 800mila lavoratori. Crescita moderata si registra per i lavori a tempo indeterminato (+460 mila) mentre risulta un calo deciso del lavoro autonomo (-117 mila).