MILANO (AWE/LaPresse) – Lavoro, la Fit-Cisl lancia l’allarme sul divieto di pagare lo stipendio in contatto tra marittimi. “Sta montando, sia tra i marittimi che tra gli armatori, l’allarme per il divieto di pagare lo stipendio in contanti, che è entrato in vigore il 1 luglio: è urgente che il Governo intervenga“.
La Fit-Cisl contesta la difficile applicabilità del provvedimento
E’ quanto dichiara, in una nota, la Fit-Cisl. Che continua: “Da mesi denunciamo come il provvedimento è lodevole nei suoi intenti, ma danneggia enormemente i marittimi. Specialmente quelli che lavorano su rotte internazionali. Infatti di norma il datore di lavoro anticipa ai dipendenti una parte dello stipendio in contanti. In modo che loro possano all’occorrenza comprare beni di necessità, come farmaci, e altro anche in località in cui la moneta elettronica non è ben accetta”.
Divieto di pagare stipendi in contanti tra marittimi
“Il 1 luglio il divieto è entrato in vigore e come sindacato ora riceviamo richieste di aiuto. Per esempio da chi si trova a pagare alte commissioni se prova a prelevare banconote con le proprie carte in un paese straniero. Come sindacato abbiamo sensibilizzato il Ministero dei Trasporti, per cui il direttore Mauro Coletta il 26 giugno scorso ha inviato una nota ai ministeri dell’Economia e del Lavoro per chiedere un’eccezione per i marittimi. Ma ad oggi non ci risulta che siano pervenute risposte ufficiali dai due dicasteri”, prosegue il sindacato in una nota.
Il sindacato chiede un emendamento al decreto Dignità
“Chiediamo che il governo intervenga prontamente, magari con un emendamento al decreto Dignità. Perché il divieto è una palese violazione di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale e dalla regola A2.2 comma 2 della Mlc 2006, la Convenzione internazionale sul lavoro marittimo“, conclude il sindacato.