MILANO (LaPresse) – Nel 2016 la paga oraria media dei dipendenti del settore privato in Italia era di 13,97 euro, in calo rispetto ai 14,01 euro dell’anno precedente. Anche se al di sopra dei 13,80 del 2014, secondo il rilevamento Istat. Il quadro cambia decisamente per i nuovi rapporti di lavoro stipulati. In questo caso la retribuzione media scende a 9,99 euro, in calo del 18,4%.
Retribuzioni più basse in Calabria, Puglia e Campania
La regione con la retribuzione oraria mediana più elevata è risultata la Lombardia (12,02 euro), seguita da Trentino Alto Adige (11,96 euro) e Piemonte (11,80 euro). Le retribuzioni più basse si rilevano invece in Calabria (10,01 euro), Puglia (10,10 euro) e Campania (10,10 euro). Gli aumenti più significativi tra 2014 e 2016, in questo senso, sono stati registrato in Trentino Alto Adige (+2,0%), Abruzzo, Puglia (+2,3%) e Basilicata (+3,3%).
I rilevamenti Istat
L’istituto di statistica osserva che le retribuzioni orarie crescono al crescere della dimensione aziendale, con una progressione maggiore nell’industria rispetto ai servizi. Nel 2016, infatti, la retribuzione oraria mediana è pari a 10,18 euro nell’industria e a 10,07 euro nei servizi per le imprese con meno di 10 dipendenti. Nello stesso anno, è stata pari a 15,93 euro nell’industria e 12,04 euro nei servizi per quelle con 250 dipendenti e più.
Nuove assunzioni
Per quanto riguarda i nuovi rapporti di lavoro, chi ha una laurea viene retribuito in media il 9,9% in più, valore che sale al +15% nel Nord-Ovest e si riduce al +0,8% nel Mezzogiorno. Per i nuovi assunti la differenza di retribuzione oraria rispetto ai rapporti in essere è molto più alta per gli uomini (-21,5%) che per le donne (-14,6%).
Nel complesso, dal punto di vista del genere, ha percepito una retribuzione oraria superiore a 15 euro il 17,8% delle donne contro il 26,2% degli uomini. Una retribuzione oraria inferiore a 8 euro è stata invece percepita dall’11,5% delle donne e dall’8,9% degli uomini.