ROMA – Incide sul Jobs act di renziana memoria e in particolare sulla cassa integrazione straordinaria. Per capirlo, il decreto fiscale, bisogna soffermarsi sull’articolo 25. Con quella norma il governo Lega-Movimento 5 Stelle concede la proroga della cassa straordinaria non solo per i casi di riorganizzazione o crisi aziendale, ma anche a seguito di un contratto di solidarietà per un periodo non superiore ad un anno “alle medesime condizioni e nel limite delle risorse finanziarie”.
Una mano alle aziende
In pratica, con il decreto, il Governo ha ampliato lo spazio per le aziende che vogliono tentare la strada del risanamento. Inoltre, il decreto elimina anche il limite di accesso alla Cigs per un organico aziendale di almeno 100 unità lavorative. Si tratta di un provvedimento che tiene conto del peso che la singola azienda ha su uno specifico territorio. Come dirla con le parole del decreto “è di tutta evidenza che a livello territoriale anche imprese con organico inferiore alle 100 unità possono avere un impatto occupazionale e una rilevanza strategica notevole. Pertanto, si propone di consentire anche a queste imprese l’accesso alle proroghe di Cigs”.
I rischi
L’altro lato della medaglia nasconde alcuni pericoli. C’è il rischio infatti che il decreto possa rivelarsi un’arma a doppio taglio. Potrebbe allungare la vita di aziende decotte differendo nel tempo l’impatto sociale della chiusura. Non è un caso se il sindacato autonomo Cub abbia a più riprese denunciato l’uso degli ammortizzatori sociali come un escamotage, una sorta di bancomat delle imprese per accompagnare i lavoratori verso il pensionamento.