Lavoro, Orlando ai ministri Ue: “Serve strumento europeo per transizione equa”

Bisogna pensare ad uno strumento europeo - partendo dall'esperienza di Sure - per garantire che non siano i più fragili a pagare il prezzo della transizione digitale ed ecologica.

Foto Mauro Scrobogna / LaPresse Nella foto: il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando

ROMA – Bisogna pensare ad uno strumento europeo – partendo dall’esperienza di Sure – per garantire che non siano i più fragili a pagare il prezzo della transizione digitale ed ecologica. Così il Ministro del lavoro Andrea Orlando intervenendo nella sessione plenaria della riunione informale dei ministri del Lavoro e delle politiche sociali organizzata dalla presidenza francese del Consiglio UE a Bordeaux sulle sfide poste al mercato del lavoro sulle transizioni ecologica e digitale.

“La transizione verde avrà effetti asimmetrici divergenti sull’andamento dell’occupazione in tutte le aree. L’impatto più forte è previsto nei settori ad alta intensità di carbonio, ad alta intensità energetica. Occorre scongiurare – ha ribadito il Ministro – che siano le fasce più vulnerabili a pagare il prezzo più alto delle transizioni in termini di occupazione, sicurezza sociale e reddito. I regimi di riduzione dell’orario lavorativo rappresentano una prima risposta, se pur assolutamente parziale, per fornire ai datori di lavoro la flessibilità necessaria durante i processi di ristrutturazione, senza ricorrere a licenziamenti. Sarà fondamentale combinare le misure di sostegno con opportunità di miglioramento delle competenze e di riqualificazione della manodopera. Noi abbiamo fatto una riforma degli ammortizzatori sociali prevedendo strumenti adeguati per le transizioni. Ma dobbiamo pensare ad uno strumento europeo e possiamo partire dall’esperienza di Sure”.

Con un meccanismo simile, per Orlando, potrebbero essere affrontate anche le conseguenze asimmetriche causate dalle transizioni gemelle: “Possiamo dotare l’Ue – ha detto infatti – di uno strumento strategico strutturale, oggetto di una proposta che abbiamo avanzato con la Spagna, per affrontare le trasformazioni. E’ il modo migliore per fornire ai lavoratori le giuste competenze e sostenere le imprese nel processo di adattamento, garantendo una transizione inclusiva ed equa.

Uno strumento dunque “complementare a quelli esistenti”, ma dotato di “scopi e tempi di programmazione diversi e portata più generale”. Mentre Sure era destinato esclusivamente a finanziare il regime di lavoro ridotto, “questo nuovo strumento dovrebbe sostenere – ha precisato il Ministro ai colleghi europei – tali misure in combinazione con il miglioramento delle competenze e la riqualificazione dei lavoratori”. E si potrebbe anche riflettere su meccanismi che £riducano al massimo l’impatto sul bilancio europeo, attraverso ad esempio sinergie con fondi nazionali di sicurezza sociale”. Il punto, per il Minsitro, è “dare anche un’alternativa al dilemma posto tra chi contrappone le transizioni, quella ecologica in particolare, alla tenuta occupazionale e sociale. L’Europa può essere più verde e più sociale e questo dipende da come sapremo aggiornare gli strumenti e da come faremo tesoro dell’esperienza della pandemia guardando al fatto che gestendo questi processi a livello europeo, potranno avere un maggiore impatto”.  “L’Unione Europea – ricorda il Ministro del lavoro – si è posta obiettivi ambiziosi per la neutralità climatica la riduzione delle emissioni di gas serra e la rapida accelerazione della trasformazione digitale del continente. Si tratta di una doppia sfida che ci coglie in un momento delicato, in cui le strutture sociali ed economiche sono state fortemente indebolite dalla crisi sanitaria. Al Vertice Sociale di Porto ci siamo impegnati ad assicurare che le transizioni gemelle avvengano in modo giusto e socialmente responsabile. Le transizioni potranno avere caratteri diversi a seconda delle politiche industriali e dei modelli tecnologici che introdurremmo. La tecnologia non è neutra, il suo impatto può essere orientato in una direzione o nell’altra. Il dialogo sociale può aiutare a produrre effetti e accordi che garantiscono i lavoratori nella conoscenza e nella guida dei processi”, ha affermato Orlando.

LaPresse

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