MILANO – “Grave e scriteriato lo smantellamento dell’assegno di ricollocazione profilato nel cosiddetto decretone. La cancellazione della dote per la formazione e il reinserimento lavorativo rivolta ai fruitori di Naspi, se confermata in Gazzetta ufficiale, sarebbe un colpo duro al sistema delle politiche attive. Inoltre sarebbe una preoccupante conferma di quanto sia sbagliata la strategia del governo in tema di lavoro e sviluppo”. Lo ha detto Luigi Sbarra, intervenendo a Roma a margine di una iniziativa Cisl e Ial su Competenze e Industria 4.0. Sbarra ha aggiunto che “i dati diffusi oggi dall’ Inps registrano un aumento delle domande di Naspi del 5,2%rispetto ad un anno fa, persone che resteranno prive di questo sostegno attivo. Altro che Industria 4.0, qui si rischia di tornare indietro. Di lasciare senza tutele centinaia di migliaia di lavoratori coinvolti nelle dinamiche del nuovo mercato del lavoro”.
L’accusa
“Il sistema industriale e produttivo italiano ha ‘sete’ di formazione e competenze che garantiscano accesso alle tecnologie abilitanti. Che riqualifichino il lavoro povero, aggiornino costantemente gli skill di giovani e meno giovani, studenti, lavoratori e disoccupati. Il governo invece dimezza le risorse per l’alternanza scuola-lavoro, mortifica l’apprendistato di primo livello e, da ultimo, si accinge a togliere risorse ai fondi interprofessionali. Scelte miopi che impoveriscono il ventaglio di tutele e lasciano ancora più sole le persone”. “Il 9 febbraio la Cisl manifesterà a Roma insieme a Cgil e Uil per raddrizzare la linea del Governo e riportare nell’ agenda del Paese le priorità degli investimenti su infrastrutture materiali e sociali, reti della competenza, sostegni attivi e generativi, percorsi di accompagnamento e apprendimento continui. E’ questa la via per agganciare la qualità del lavoro alla competitività, le tutele allo sviluppo”
LaPresse
Lavoro, Sbarra (Cisl): “Aumenta Naspi ma governo toglie ricollocazione”
La cancellazione della dote per la formazione e il reinserimento lavorativo rivolta ai fruitori di Naspi, se confermata in Gazzetta ufficiale, sarebbe un colpo duro al sistema delle politiche attive.