“Incapace di stare in giudizio”, chiesta una nuova perizia per Marco Di Lauro. E’ quanto ha invocato il legale del figlio del padrino Paolo Di Lauro, l’avvocato Gennaro Pecoraro, nel corso della prima udienza del processo che vede ‘F4’ imputato in dibattimento per il delitto di Luigi Giannino, seconda faida di Scampia.
Secondo il difensore, nel caso specifico nominato dalla madre, ad oggi non ci sono le condizioni di salute per controllare se lo stesso imputato confermi tale nomina, visto che Marco Di Lauro non ha contatti con alcuno, familiari e avvocato compresi. Nella richiesta di nuova perizia psichiatrica il penalista napoletano ha depositato una memoria contenente la perizia presentata in altro giudizio presso la Corte d’Assise d’Appello oltre a diverse consulenze e relazioni, tutto materiale che segna il percorso in cui emergerebbero i problemi di salute dell’imputato.
Questo processo nasce da un’indagine che lo scorso marzo portò la polizia ad eseguire sedici misure cautelare a carico di altrettante persone ritenute a vario titolo indagate per otto omicidi in totale della seconda faida di Scampia, che per gli inquirenti sarebbe nata dalla decisione degli esponenti del clan della Vanella Grassi di scindersi dal clan Di Lauro e confluire in quello Amato-Pagano, questo a sua volta formatosi sul finire del 2004 dagli scissionisti (i cosiddetti ‘spagnoli’) dei Di Lauro a monte della prima faida di Scampia.
La ‘girata’ della Vanella (da qui la denominazione i ‘girati’) secondo gli inquirenti sarebbe avvenuta su istigazione degli stessi Amato-Pagano. Per la Dda partenopea l’inizio della seconda faida ebbe la sua prima manifestazione con l’omicidio di Giuseppe Pica avvenuto il 14 marzo del 2007 e la sua conclusione avvenuta il 9 febbraio 2008 con l’omicidio Fusco. Quasi tutti gli imputati per queste vicende hanno scelto il rito abbreviato.