CASAL DI PRINCIPE – Le slot e le scommesse sportive: la recente indagine del Gico di Napoli ha legato a questi business Raffaele Lello Letizia, esponente della cosca Russo (costola degli Schiavone), guidata dal boss Peppe ’o padrino. Letizia, tornato nell’Agro aversano dopo aver scontato una lunga pena in carcere e affrontato la sorveglianza speciale ad Anzio, dal 2021 si sarebbe attivato per piazzare, attraverso una rete di sodali, macchinette illegali nei bar della provincia di Caserta e per offrire portali web destinati alle scommesse clandestine.
L’inchiesta che ha tracciato tale quadro, oltre a indicare Letizia (e a portarlo – lo scorso luglio – in carcere) come mente di questo presunto business illegale, ha anche evidenziato che a interessarsi al ‘gioco’, negli anni scorsi, sarebbero stati in prima persona familiari del boss Giuseppe Russo ’o padrino. Il collaboratore di giustizia Mario Iavarazzo, ex cassiere degli Schiavone, che ha dato il contributo principale all’avvio dell’indagine su Letizia, ha raccontato che Costantino Russo, figlio di Peppe ’o padrino, e lo zio Corrado investirono con lui 40mila euro in una società di slot machine che aveva sede a Gricignano d’Aversa. A parlare in questa inchiesta di Costantino Russo è stato anche il collaboratore di giustizia Tammaro Diana: lo ha fatto quando è stato chiamato dalla Dda a riferire su Marco Alfiero, 50enne di Castelvolturno, e il fratello Vittorio, 43enne, residente a Villa Literno, ora indagati per aver fatto parte della presunta gang organizzata da Letizia che ha disteso i suoi tentacoli, in nome del clan dei Casalesi, su slot e scommesse Il pentito Diana ha raccontato che gli Alfiero erano “favoreggiatori del clan e in particolare di Costantino Russo”.
E sempre il figlio di Peppe ’o padrino avrebbe investito, a detta del collaboratore di giustizia, i soldi per aprire un’agenzia di scommesse a Pinetamare, affidando questo denaro a Marco Alfiero tra il 2006 e il 2007. Insomma, per i Russo quello del ‘gioco’ sarebbe un business storico, coltivato da sempre. I finanzieri hanno sottolineato anche come il presunto ritorno al crimine di Letizia (dopo la sua breve parentesi
laziale) cioè al suo dedicarsi a slot illegali e scommesse, sia coinciso con una costante frequentazione proprio con Costantino Russo. Nell’elenco degli inquisiti tracciati dall’indagine che ha coinvolto Lello e gli Alfiero, però, la Dda non ha inserito il figlio del boss Peppe ’o padrino. Quest’ultimo e gli altri citati personaggi nell’articolo sono tutti da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile