MILANO – Le banche italiane superano l’esame dello Stress test dell’Eba, l’autorità bancaria europea, che ha valutato come reagirebbero Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Ubi in caso di situazione economica e finanziaria particolarmente difficile. L’istituto risultato più solido è Intesa.
Il valore al 2020
Prendendo l’8% come ipotetica soglia minima di riferimento per il coefficiente patrimoniale, per Intesa Sanpaolo, in caso di scenario avverso il valore al 2020 è indicato al 10,40% (al 10,80% nel 2018, al 10,64% nel 2019); per Unicredit al 9,34% (al 10,31% nel 2018, al 9,58% nel 2019), per Bpm all’8,47% (al 9,93% nel 2018, al 9,40% nel 2019) e per Ubi (Unione di Banche Italiane) all’8,32% (al 9,76% nel 2018, al 9,25% nel 2019). I quattro istituti si piazzano così tutti davanti a Deutsche Bank, ‘ferma’ all’8,14%.
Tria soddisfatto dell’esito
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, prende atto con soddisfazione dell’esito degli stress test condotti dall’Autorità bancaria europea (EBA) sullo stato di salute del sistema bancario italiano.
Buona la tenuta delle Banche europee
Per le quattro banche italiane incluse nel campione la riduzione media ponderata del CET1 ratio nello scenario avverso è pari a 3,9 punti percentuali su base fully loaded; un risultato in linea con quello medio del complesso delle banche dell’SSM (meccanismo unico vigilanza) incluse nel campione e con la media totale Eba. Lo afferma la Banca d’Italia che ricorda come “nel complesso le banche europee hanno mostrato una buona capacità di tenuta”. “I risultati confermano il generale rafforzamento della solidità del sistema banncario europeo.