Air Force Renzi, un “pacco” da 150 milioni (con la Jacuzzi)
I media delusi dal voto di marzo si occupano del razzismo di Salvini, trascurando una vicenda che, con altri protagonisti, avrebbe monopolizzato la loro attenzione: il super-aereo di Renzi, mai utilizzato perché non gli avevano ancora montato la Jacuzzi. Proprio così. Una vasca idromassaggio in un aereo da 300 posti, fittato per 150 milioni dagli arabi che lo hanno comprato per 25.
Uno scandalo, quello dell’Air Force Renzi, rilevato dai ministri Di Maio e Toninelli. E’ lecito spendere soldi pubblici per farsi l’idromassaggio nell’aereo? Se un amministratore locale spende allegramente i soldi del Comune, come minimo risponde di danno erariale. Renzi no? Sarà la Corte dei Conti, che ha avviato le indagini, a deciderlo.
La fotografia dell’Italia di Renzi scattata dall’Istat
Intanto per l’Istat un terzo degli italiani è a rischio povertà. Altro che Jacuzzi e aerei. E’ l’Italia che ci ha lasciato Renzi: povera, precaria e dequalificata. Basta andare in qualsiasi ristorante a Milano. Prima ci trovavi almeno un paio di camerieri esperti, con un compenso adeguato all’anzianità di servizio. Tutti prepensionati. Sostituiti da frotte di ragazzini inesperti che trottano tra i tavoli per 700, 600, 500 euro al mese.
Non abbiamo più nemmeno gli occhi per piangere. Avremmo bisogno di trasporti pubblici, di investimenti sulla sanità, di occuparci delle piccole imprese che soffrono e delle grandi che traslocano, dovremmo parlare di formazione, di politiche sociali e del lavoro, di previdenza, di ambiente. E invece parliamo di razzismo, come se l’idea che una razza sia superiore all’altra si stesse diffondendo davvero nel mondo occidentale. Nel 2018.
Le fake news sul tema razzismo
E i giornali pensano alle fake news, come quella della atleta colpita dalle uova lanciate da un’auto in corsa. “Episodio a sfondo razzista”, dicono (chi?). Poi si viene a sapere che era solo un branco di imbecilli che si diverte a lanciare uova contro i passanti. Questa volta è capitato a una ragazza di colore, tutto qui. Lo dice la Procura, che non procede per odio razziale.
Il fatto è che è successo proprio mentre Salvini sfida il Pd, occupando una poltrona che evidentemente spetterebbe per diritto di sangue ad Angelino Alfano. Ecco perché per il Pd non ci sono dubbi: quello del ministro dell’Interno è razzismo della peggior specie. La solita “reductio ad hitlerum”, paragonare il nemico a Hitler per delegittimarlo senza parlare del merito.
La propaganda democratica
Con la stessa disinvoltura con la quale spendono i soldi pubblici, ora spendono parole come “razzismo” o “xenofobia” contro Salvini. Che magari si rivelerà un pessimo ministro dell’Interno, ma non ha mai parlato di “negri”, di “razza ariana”, di “inferiorità” e compagnia bella. Il Pd lo dipinge così perché quando gli ha scippato lo slogan “Aiutiamoli a casa loro” la base si è giustamente ribellata.
Sia chiaro, in Italia i razzisti ci sono, come ovunque. Ma non sono certo aumentati negli ultimi mesi. Semplicemente ora che sono funzionali alla propaganda Pd vanno sui giornali. Non siamo alle prove generali del fascismo, come sostiene la Mannoia. E’ solo il solito arrembaggio mediatico che la solita parte politica aziona quando perde le elezioni.
Tutto ciò che in qualche modo riguarda un problema reale viene bandito dai palinsesti televisivi e dalle colonne dei giornali. E così nessuno capisce più dove si trova, da quale parte sta, chi lo rappresenta. Gli europeisti vogliono che l’Italia gestisca da sola il problema migranti, gli antieuropeisti chiedono all’Europa di occuparsene, distribuendo gli oneri tra i Paesi membri.
Il “primato morale” del Partito Democratico
Naturalmente i “censori” più accorati di Salvini sono gli esponenti del Pd. Un partito che si è sempre arrogato un primato morale e che utilizza spesso lo spauracchio del nazismo contro gli avversari. Eppure se si aprono i libri di storia, il nome del Partito democratico appare con una certa evidenza in pagine drammatiche, almeno quanto quelle relative agli orrori nazisti.
Pensiamo solo alla storia americana. Alla pulizia etnica dei nativi, messa in atto nel 1830 dal presidente democratico Jackson con il famigerato “Indian Removal Act”. Alla guerra di secessione, con gli Stati Confederati del sud, le cui economie si basavano sulla coltura del cotone, riuniti sotto la bandiera del Partito Democratico contro i repubblicani di Lincoln, che volevano abolire la schiavitù.
Le bombe su Hiroshima e Nagasaki furono sganciate su ordine del presidente democratico Harry Truman. Operazione paragonabile, per cinismo e disumanità, ai peggiori crimini dei nazisti. Tre giorni dopo la prima bomba, l’aereo col secondo ordigno si alzò in volo. Su Kokura c’erano troppe nuvole, Truman chiese ai suoi di polverizzare Nagasaki. Tanto sono tutti giapponesi, una città vale l’altra.