Le mani di Zagaria sul centro commerciale Jambo, condannato Falco. Assoluzione per l’ex sindaco Griffo

All’ex patron del centro commerciale 7 anni di reclusione, non colpevoli il fratello Ortensio e Nicola Picone

TRENTOLA DUCENTA – Il blitz del 2015, il giallo della fuga di tre indagati, poi la chiusura dell’inchiesta e da lì il via a due processi che si sono mossi a velocità totalmente differenti. Uno a ritmo sostenuto, ed infatti ha visto già la pronuncia della Cassazione. Quello che ha camminato, invece, a passo lento (animato dagli imputati che hanno scelto il dibattimento) solo ieri, poco dopo le 16, è riuscito a dichiarare chiuso il primo grado. Parliamo dell’iter giudiziario innescato dall’inchiesta ‘Jambo’: ad attribuirgli il nome è il centro commerciale, situato a Trentola Ducenta, su cui il boss Michele Zagaria, padrino di Casapesenna, avrebbe disteso i suoi tentacoli. E come si è conclusa questa tappa a 9 anni dagli arresti? Una condanna e tre assoluzioni.

Il collegio C, presieduto dal giudice Francesco Ciocia, della prima sezione del Tribunale di S. Maria Capua Vetere, ha dichiarato colpevole di associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di beni l’imprenditore Alessandro Falco. L’uomo d’affari, secondo l’accusa, è stato al servizio del boss Zagaria e si sarebbe intestato fittiziamente le quote della Cis Meridionale – quando venne trasformata in una Srl -, società che controlla il centro commerciale Jambo (ora gestito da un amministratore giudiziario). Quelle quote, secondo la Dda, erano di fatto riconducibili al mafioso di Casapesenna, che aveva deciso di investire i suoi soldi nella struttura (e grazie a un sistema di sovrafratturazione, messo in piedi sempre dal centro commerciale, si procurava anche un cospicuo tesoretto) Falco, hanno stabilito i giudici, è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici.

Il Tribunale ha pure disposto la confisca di tutte le quote della Cis Meridionale e dell’intero complesso aziendale che fanno capo alla società e di tutti i beni a lei intestati. Nella confisca ricadono pure un immobile a Castelvolturno e due case a Roccaraso. Restituiti a Falco, invece, una struttura situata sulla Domiziana e un’altra a Trentola Ducenta.

L’imprenditore dovrà pure risarcire le associazioni che si erano costituite parte civile, ovvero la Fai Unione Casertana Antiracket e la Caponnetto, e il Comune di Trentola Ducenta: ognuno avrà 10 mila euro dal businessman.

Assolti, invece, l’ex sindaco Michele Griffo, anche lui accusato di associazione mafiosa, e Nicola Picone, che rispondeva di concorso esterno al clan dei Casalesi. Non colpevole, inoltre, Ortensio Falco, fratello di Alessandro, a cui veniva contestata l’imputazione di trasferimento fraudolento di beni sempre in relazione alle quote della Cis Meridionale: è rientrato anche in possesso dei beni che gli erano stati sequestrati.
A Griffo veniva contestato l’aver inciso, per favorire Zagaria, sulle procedure seguite dall’ufficio tecnico comunale, quando era sindaco di Trentola Ducenta, relative all’ampliamento del centro commerciale Jambo. Condotte di cui, secondo la Dda, si era reso protagonista con Alessandro Falco, ma anche l’uomo d’affari da queste accuse è stato assolto.

Per Falco, difeso dagli avvocati Paolo Trofino e Alfredo Marrandino, il pm Maurizio Giordano aveva chiesto 11 anni di carcere; 8 anni, invece, per Michele Griffo, assistito dai legali Carlo De Stavola e Alfonso Furgiuele; e l’assoluzione per Ortensio Falco e Picone, quest’ultimo assistito dall’avvocato Pasquale Davide De Marco. Le motivazioni del verdetto di primo grado saranno rese note fra 90 giorni. Una volta acquisite, i legali di Falco procederanno con il ricorso in Corte d’appello.

L’inchiesta Jambo, come detto, ha generato anche un altro filone che è approdato già in Cassazione: tra gli imputati che ultimamente ha fatto condannare con sentenza definitiva ci sono Gaetano Balivo (12 anni), Vincenzo Picone (8 anni, 10 mesi e 20 giorni), Tommaso Tirozzi (6 anni) e Vincenzo Di Sarno (11 anni).

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