Le relazioni sentimentali tra il boss Sandokan e due sottufficiali della Nato

Il capo dei Casalesi oggi collaboratore di giustizia potrebbe fare importanti rivelazioni sui rapporti con le due americane in servizio alla base di Bagnoli. Da una avrebbe ricevuto delle pistole e regalatole denaro, vestiti, gioielli e una macchina.

Francesco Schiavone Sandokan

Ha guidato fisicamente il clan nelle sue fasi più feroci: prima la ‘caccia’ a chi era rimasto fedele ad Antonio Bardellino, poi lo scontro con i De Falco e ancora le varie faide che il suo gruppo ha combattuto direttamente e indirettamente. E in questa sequenza di scontri che hanno generato terrore e sangue su sangue, erano necessarie armi, tante.

Da collaboratore di giustizia, ora, Francesco Sandokan Schiavone potrà riferire sui canali di approvvigionamento degli arsenali che la sua cosca e l’intero clan dei Casalesi avevano a disposizione. Tanto è già stato detto da altri affiliati che hanno iniziato a parlare con i magistrati diversi anni fa. Ma ci sono storie che solo Sandokan avrebbe potuto chiarire.

Ed ora, finalmente, se non abbandonerà il percorso intrapreso a marzo, e sperando che ii suoi colloqui con i magistrati siano sinceri, potrà farlo. Avrà l’opportunità di parlare in prima persona dei rapporti che avrebbe avuto con due sottufficiali della Nato. Se conosciamo questa vicenda è perché a raccontarla agli inquirenti fu Carmine Schiavone (scomparso nel 2015), il cugino di Sandokan, il primo della famiglia a ‘pentirsi’.

Il capo del clan dei Casalesi avrebbe ricevuto, insieme al fratello Valter, armi da una donna che lavorava presso la base Nato di Bagnoli. Il boss avrebbe avuto con loro anche una relazione sentimentale. Una delle due, K.H., rispondendo alle domande degli inquirenti, confermò effettivamente di conoscere Sandokan, ma con un altro nome: a lei il mafioso si presentò come Massimo e riferì che le consegnò alcune pistole contenute in un pacco che le era stato dato da un parente di Schiavone, Mario Caterino.

Sostenne che non sapeva cosa ci fosse dentro la scatola. La donna riferì pure che il boss le aveva dato regali. Cosa? Auto, soldi, gioielli e vestiti. E aggiunse, confrontandosi con gli inquirenti, che il capo dei Casalesi aveva avuto anche un’altra relazione sentimentale, con una sua collega, C.E.. Schiavone, da collaboratore di giustizia, potrà finalmente chiarire il ruolo di queste due sottufficiali nella sua vita. E, come detto, potrà anche raccontare i canali di approvvigionamento delle armi finora non svelati.

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