ROMA – Giuseppe Conte e Luigi Di Maio ‘scaricano’ Matteo Salvini. Al centro della scena politica rimane l’affaire dei presunti finanziamenti da Mosca. Le opposizioni attaccano e i ‘compagni di squadra’ al Governo non sono certo in prima linea a fare quadrato nei confronti del vicepremier, ma il diretto interessato ne era consapevole sin dall’apertura del caso. Ecco perché il leader del Carroccio non replica, ignora note e dichiarazioni, non concede loro neppure un cinguettio sulle comunque roventi bacheche social.
Chi ci ha parlato lo definisce “tranquillo”. Aspettiamo l’inchiesta della magistratura e nel frattempo lavoriamo sulle cose concrete e i ‘dossier’ economici, è il refrain. E in quest’ottica si colloca la conferma, lunedì al Viminale, dell’incontro con associazioni e parti sociali sulla Flat tax e la riforma fiscale in vista della manovra.
Molti tasselli del puzzle rimangono da incastrare
Il premier, attraverso una nota di palazzo Chigi chiarisce ufficialmente il ‘giallo’ nato intorno alla partecipazione di Gianluca Savoini alla cena che si è tenuta a Roma, a Villa Madama, la sera dello scorso 4 luglio, in onore del presidente russo Vladimir Putin. Il “doveroso chiarimento” serve a ribadire che il presidente del Consiglio “non conosce personalmente il signor Savoini” e che la cena è stata sì “offerta dal Presidente Conte”, che però non ha provveduto personalmente a stilare la lista dei presenti.
“L’invito – viene precisato – è stato esteso anche a tutti i partecipanti al Forum di dialogo italo-russo delle società civili”, che si è tenuto nel pomeriggio alla Farnesina, organizzato da palazzo Chigi e dall’Ispi. “Dopo aver compiuto tutte le verifiche del caso, si precisa che l’invito del sig. Savoini al Forum è stato sollecitato dal sig. Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del VicePresidente Salvini, il quale, tramite l’Ufficio di VicePresidenza, ha giustificato l’invito in virtù del ruolo dell’invitato di Presidente dell’Associazione Lombardia-Russia e ha chiesto ai funzionari del Presidente del Consiglio di inoltrarla agli organizzatori del Forum. L’invito alla cena del sig. Savoini è poi stata una conseguenza automatica della sua partecipazione al Forum”, mette nero su bianco palazzo Chigi.
E se il ‘giallo’ dell’invito è chiarito, la presa di distanza di Conte rende ancora più agitate le acque dell’esecutivo. Il Governo naviga a vista. Anche Luigi Di Maio non fa sconti. Da giorni il Pd e le altre opposizioni di sinistra chiedono a Matteo Salvini di riferire in Parlamento sulla vicenda.
Il leader M5S, con un post su Facebook che arriva poco dopo la precisazione di palazzo Chigi, rispolvera ‘l’abc’ della politica pentastellata: “a) quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione – scrive – Peraltro quando si ha la certezza di essere strumentalizzati, l’aula diventa anche un’occasione per dire la propria, difendersi e rispondere per le rime alle accuse, se considerate ingiuste”.
Il vicepremier ribadisce poi, nel secondo punto, il sì a una commissione d’inchiesta: “b) se ci sono sospetti su finanziamenti ai partiti, si fa una commissione di inchiesta per tutti i partiti”, assicura. Non solo: “Riteniamo doveroso – aggiunge arrivando al punto ‘c’ – garantire la tracciabilità dei soldi che un partito incassa durante una campagna elettorale”.
Nessuno sconto all’alleato
Salvini incassa e tiene botta. Prioritario è il programma per l’Italia. Se su quello non si va avanti si cambiano compagni di strada. La finestra del 20 luglio sta per chiudersi, ma ancora offre qualche giorno di tempo per lanciare la campagna elettorale sotto l’ombrellone. (LaPresse)