ROMA – Almeno tre buoni motivi per i quali Lega e Cinque Stelle dovrebbero essere d’accordo su Giulia Bongiorno presidente del consiglio. Innanzitutto si smarcherebbero subito da tutti i governi che li hanno preceduti per la novità di dare all’Italia un premier donna. Sarebbe la prima in assoluto. In questa speciale classifica saremmo prima della Francia e ‘a pari merito’ con la Germania (l’Inghilterra ormai non fa più testo dopo la Brexit).
Secondo motivo: non subisce il ‘fascino del caimano’
Non è mai stata tenera con Berlusconi, anzi. E’ una persona tendenzialmente coerente e indipendente, a prescindere dalla casacca politica che indossa. E’ stata nel partito che fu di Gianfranco Fini (prima con Alleanza Nazionale e poi con Futuro e Libertà per l’Italia, Fli), ed è stata ora eletta tra le fila della Lega. Ha dimostrato quindi una linearità di comportamenti politici, tutti nell’area di centrodestra, e ha mantenuto la propria posizione anche quando si trattava di andare contro gli ingombranti interessi dell’ex cavaliere. Durante la legislatura partita nel 2008, governo Berlusconi, venne nominata presidente della commissione giustizia della Camera e portò l’allora leader del Pdl all’esasperazione per tutti provvedimenti adottati contro le famose leggi ad personam berlusconiane.
Terzo motivo: competenza e impegno sociale. Carriera professionale prestigiosa e onlus contro la violenza sulle donne
La Bongiorno è un avvocato prestigioso, nota per aver difeso, e fatto assolvere, Giulio Andreotti: all’epoca lei aveva meno di trent’anni e si studiò praticamente a memoria le decine di migliaia di pagine dei faldoni del processo. Anche in questa occasione dimostrò grande professionalità e soprattutto grande caparbietà e determinazione. Insieme alla showgirl (e presentatrice di Sanremo) Michelle Hunziker, ha fondato e dirige una Onlus contro la violenza sulle donne.
I possibili punti deboli
Il terzo motivo è ambivalente: a qualche Cinque Stelle troppo pignolo potrebbe non piacere l’accostamento ad Andreotti. Ma francamente, perdersi nei dettagli rispetto al quadro generale sarebbe ridicolo. E poi c’è un quarto motivo extra-parlamentare ed extra-politico: Giulia Bongiorno è componente del consiglio di amministrazione della Juventus Football Club. E qui, davvero, può venir giù tutto il castello.