ROMA – Se il 2018 si è chiuso con l’approvazione della manovra finanziaria al fotofinish che sembrava aver rallegrato un po’ tutti nel governo, il 2019 si è aperto mettendo in evidenza le grandi differenze che esistono tra Lega e Movimento 5 Stelle.
Le difficoltà dei pentastellati
Se da un lato, però, Salvini continua per la sua strada cercando di mantenere il consenso fin qui ottenuto. Chi fatica di più sono i pentastellati. Uno dei simboli delle difficoltà è certamente la Tav Torino-Lione. La Lega ha rotto gli indugi schierandosi per il ‘sì’ al completamento dell’infrastruttura. Il Movimento 5 Stelle invece è a metà del guado. In passato, e soprattutto in campagna elettorale, la posizione era per il ‘no’. Una posizione ribadita di recente anche dal presidente della Camera Roberto Fico. Lo stesso Luigi Di Maio ha assunto posizioni diverse negli ultimi mesi. In ultimo ha tentato, probabilmente per recuperare un po’ di consensi tra attivisti ed elettori, di cavalcare l’onda di Fico. Salvo poi scontrarsi con l’attuale situazione. Il M5S infatti è alle prese con la valutazione degli effetti vantaggi di un’opera progettata un ventennio fa.
Gli attacchi alla commissione
Non è bastato poi incaricare una commissione, visto che il gruppo di tecnici è stato rigorosamente scelto tra coloro che già in passato avevano manifestato la propria contrarietà all’opera. Una commissione che, quindi, perde di prestigio e di autorevolezza, in quanto appare scontato l’esito delle analisi su costi e benefici.
Il governo contro il governo
E poi cosa dire della decisione della Lega di partecipare alla manifestazione dei Sì-Tav, con il M5S invece tendenzialmente proiettato verso il ‘no’? Una situazione che quanto meno mette in imbarazzo i pentastellati, presi in mezzo: da un lato la Lega e l’alleanza di governo, dall’altro lato gli elettori che sono sempre più delusi dalle promesse non mantenute. Una situazione che rischia di far implodere il governo giallo-verde.
Lo scontro sulla cannabis: l’autogol pentastellato
Altro tema di scontro netto tra le due anime del governo è la proposta del M5S per la liberalizzazione delle droghe leggere. In particolare, il disegno di governo renderebbe legale coltivazione, lavorazione e vendita della cannabis. Un progetto che ha trovato il duro stop di Salvini: “E’ una proposta che non passerà mai in Parlamento. E non è nel contratto di governo”. Due macigni sull’iniziativa, che sembra rappresentare un autogol per i pentastellati.