MILANO – “Si tratta di una vicenda personale, ma non mi unisco al coro ipocrita di queste ore. Morisi è stato un uomo di potere, un cardine della Lega di Salvini, dal Viminale ha guidato una macchina responsabile del linguaggio di odio che si è riversato sul Paese. E dei dolore inflitto a chiunque finisse sotto la sua Bestia”. Lo dice in una intervista a Repubblica Beppe Provenzano, vicesegretario del Pd.
“Non c’entra niente il garantismo, non parlo della vicenda giudiziaria ma della spudorata doppia morale di Salvini. Basti ricordare le parole usate nei confronti di Stefano Cucchi”, afferma.
Per Provenzano “la frattura” nella Lega è “reale e molto profonda”. Giorgetti ha scaricato Salvini su tutto alla vigilia di un voto decisivo. Ma lui non è un passante, è vicesegretario, capodelegazione al governo, se non condivide la linea apra una battaglia politica insieme ai governatori. Non basta smarcarsi sui giornali e poi dire che la Lega è una”.
Se c’è un ‘rischio logoramento per il Governo’, “deriva dalle contraddizioni del centrodestra. Non sono ‘i partiti’, è il suo partito, la Lega”.
“Noi ora siamo impegnati a battere la destra alle amministrative e a sostenere questa esperienza di governo rispetto alla mina rappresentata da Salvini. Questa maggioranza non è replicabile, ma il mandato di Draghi non si è ancora esaurito. Il prossimo anno sarà decisivo per negoziare le nuove regole europee, consolidando la svolta per cui ci siamo battuti”, aggiunge.
In merito all’ipotesi di Draghi al Quirinale, il vicesegretario del Pd dice: “Non c’è niente di più istituzionalmente scorretto che aprire oggi la campagna sul Colle. E niente di più sbagliato che utilizzare il Quirinale per dichiarare esaurita nei fatti questa esperienza di governo, mentre si apre finalmente la discussione sul patto per la crescita e il lavoro”.
(LaPresse)