ROMA – Confindustria alza la posta sul fisco e chiede più risorse per ridurre il cuneo. E anche i sindacati su fisco e pensioni chiedono più coraggio e scelte chiare. Si è avviato così oggi in Parlamento il secondo giro di audizioni sulla manovra che domani sarà chiusa dal ministro dell’Economia Franco. Sullo sfondo nulla di fatto per il tavolo fisco tra governo e forze politiche: dopo tre ore la riunione è stata aggiornata a domani mattina.
Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi parla invece a margine di una iniziativa a Potenza. E dice: “Otto miliardi sono pochi, ne servono almeno 13 per un taglio forte del cuneo fiscale. Abbiamo sempre dichiarato che i fondi per il fisco debbano essere messi tutti sul taglio del cuneo fiscale, per mettere più soldi nelle tasche degli italiani per dare un segno e stimolare la domanda interna”.
Rafforza il concetto in Parlamento la direttrice generale di Confindustria Francesca Mariotti davanti le commissioni Bilancio riunite al Senato. “In tema di competitività riteniamo che occorra focalizzare la priorità di ridurre la componente contributiva del cuneo fiscale sul lavoro. L’incremento del fondo per la riduzione della pressione fiscale andrebbe impiegato per un taglio della componente contributiva del cuneo fiscale, in favore sia dei lavoratori, per stimolare la domanda interna, sia delle imprese, per renderle più competitive. Tagliare il costo del lavoro non è più procrastinabile, considerato anche il rincaro dei prezzi delle materie prime e dei costi energetici, che in taluni casi sta rendendo antieconomico produrre”.
Duri anche i sindacati
“Una manovra che non è coerente con quello che dovrebbe essere un obiettivo condiviso da tutti: ridurre le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali, a partire dal Mezzogiorno, dai giovani e dalle donne. Non dà risposte ai bisogni delle persone”, spiega la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, secondo cui “su fisco e previdenza le risposte non sono adeguate”. Aggiunge il segretario confederale Cisl Ignazio Ganga: “La manovra rinvia la soluzione di alcuni punti nodali che ne indeboliscono alcuni aspetti sociali.
Speriamo possano essere recuperati nell’iter parlamentare” mentre il segretario Confederale Uil Domenico Proietti difende il reddito di cittadinanza. “E’ stato importantissimo mantenere il reddito di cittadinanza, è una follia pensare che l’Italia possa essere l’unico paese senza, Naturalmente va migliorato alla luce dell’esperienza fatta. Va anche detto che sono emerse irregolarità e quindi la legge funziona”.
Si sofferma invece sul capitolo fisco il presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo secondo cui “l’impatto della diminuzione del carico fiscale è più significativo in quanto concentrato sui lavoratori dipendenti. Se le misure fossero dirette ad abbassare il prelievo fiscale sulle retribuzioni per un importo di 8 miliardi, ridurrebbero il carico medio fiscale sulle retribuzioni dell’1,6% rispetto al livello registrato nel 2020 (0,20% per ogni miliardo) e dell’1,5% rispetto a quello del 2019 (0,19% per ogni miliardo)”.(LaPresse)