Legge di Bilancio: Meloni serra ranghi e chiude su manovra. Ma salta stop Iva pasta e latte

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Giorgia Meloni

Quasi due ore di vertice alla Camera per fare il punto della situazione con gli alleati di governo sulla legge di bilancio da approvare in serata in Consiglio dei ministri. La premier Giorgia Meloni riunisce nei suoi uffici di Montecitorio i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il suo vice Maurizio Leo, per discutere gli ultimi nodi legati alla prima manovra del suo esecutivo. Alla fine dell’incontro il titolare del Mef assicura che la finanziaria da oltre 30 miliardi – di cui 21 in deficit già blindati per il caro-energia – è “politicamente chiusa”.

“Economicamente manca ancora qualche cifra”, confessa spiegando però di dover andare “a finire di quadrare i conti” per “tirare le somme”. Necessità legata anche al compromesso alla fine raggiunto sul reddito di cittadinanza. Non lo stop netto già da giugno per gli ‘occupabili’, come avrebbe voluto Fratelli d’Italia, ma nemmeno un orizzonte troppo dilatato. Alla fine, come annuncia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega all’attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, la misura bandiera del M5s verrà riformata in modo tale che “ci sarà un anno transitorio nel quale comunque tutte le persone in difficoltà saranno tutelate, e chi è in grado di lavorare invece avrà una riduzione dei mesi di sostegno che si porterà da 12 a 8 mesi”.

Nell’arco del prossimo anno, perciò, chi è in grado di lavorare avrà diritto a un periodo ridotto di copertura rispetto a prima. “Chi invece non è in grado di lavorare – prosegue Fazzolari entrando a palazzo Chigi – avrà piena tutela”. Poi, dal 2024, “rivedremo l’intero sistema lavorandoci su per garantire pieno sostegno ai bisognosi e inserire nel mondo del lavoro chi invece è in grado di lavorare”.

“Le risorse per fare una legge di bilancio seria le abbiamo trovate”, aggiunge ancora Fazzolari, preceduto a Chigi dal vicepremier Antonio Tajani, soddisfatto dall’esito della riunione alla Camera. “Andiamo nella giusta direzione – dichiara il ministro degli Esteri –. Ci sarà l’aumento delle pensioni minime. Guardiamo ai pensionati, alle categorie più deboli. Noi abbiamo posto tutti i problemi che riguardano Forza Italia”. E anche Matteo Salvini si dice “soddisfatto” perché in manovra “ci sono le misure chieste dalla Lega”.

In realtà alla fine lo stop all’Iva per i generi di prima necessità, come pane, latte e pasta, non dovrebbe trovare spazio nella legge di bilancio. Secondo quanto confermano fonti della maggioranza, infatti, dovrebbe essere attivata dai comuni una ‘social card’ per famiglie meno abbienti. Il fondo che sarà messo a disposizione dovrebbe aggirarsi intorno ai 500 milioni di euro. Verso la conferma invece la riduzione al 5% dell’Iva sui prodotti di prima infanzia e assorbenti. Possibile inoltre un aumento limitato sulle imposte del tabacco tradizionale, quindi non quello riscaldato delle nuove sigarette elettroniche.(LaPresse)

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